Dhaka compra armi da Mosca per 1 miliardo di dollari. Togliendo cibo ai più poveri
Dhaka (AsiaNews) - Un accordo "ambizioso" quello sulle armi stipulato da Russia e Bangladesh, che "toglierà risorse ai più poveri" per "metterle nelle tasche del settore militare". È il commento di una fonte locale di AsiaNews, anonima per motivi di sicurezza, al contratto da 1 miliardo di dollari firmato a Mosca dal presidente russo Putin e del primo ministro bangladeshi Sheikh Hasina il 15 gennaio scorso. Non è finita: l'affare comprende anche altri 500 milioni di dollari, destinati a costruire la prima centrale nucleare del Paese, oltre a un non precisato "progetto congiunto" nel settore del gas.
Dopo diversi anni, Dhaka riallaccia così i suoi rapporti con Mosca, storico alleato - e fornitore d'armi - durante la guerra per l'indipendenza (1971), che portò alla nascita del Bangladesh (allora Pakistan orientale). Per la Russia, l'accordo rappresenta una presenza più solida nella compagine dell'Asia meridionale, con India e Pakistan rivolti - rispettivamente - verso Stati Uniti e Cina, e il Myanmar in una posizione ancora poco chiara. Per la premier bangladeshi e il suo partito, l'Awami League, è l'occasione per rispolverare antichi legami utili in politica estera, ma non solo. La guerra e l'appoggio della Russia per la liberazione toccano una corda emotiva ancora molto sentita dalla popolazione, che può mettere a tacere le tante polemiche contro il governo, accusato di "svendere il Paese" alle compagnie straniere.
Secondo la fonte di AsiaNews, impegnata in un movimento di giustizia sociale, l'accordo sulle armi "comprometterà in modo molto pesante la rete di programmi d'assistenza, sicurezza e sviluppo che opera nel Paese". "In Bangladesh - spiega - 1/3 della popolazione vive sotto la soglia di povertà [meno di un dollaro al giorno, ndr]. Abbiamo la responsabilità e l'obbligo di garantire cibo, case, educazione a questa gente. Con investimenti così gravosi in armi e nel settore militare, è chiaro che i bisogni di base saranno compromessi".
Sulla centrale nucleare il dibattito è molto acceso. Nella sua precedente campagna elettorale, Hasina aveva promesso (e mai mantenuto) la costruzione di un impianto atomico, per rendere il Paese autosufficiente dal punto di vista energetico. Ora, con in mano un contratto firmato dalla Russia, il primo ministro spera di riguadagnare consensi, in vista delle prossime elezioni, che si terranno tra circa un anno.
"Il Bangladesh - riconosce la fonte - ha bisogno di essere autosufficiente dal punto di vista energetico. Tuttavia, non credo che il Paese abbia capacità sufficienti per gestire un impianto di energia atomica. Anche questo è un progetto ambizioso, che potrebbe rispondere a una nostra necessità. Ma fino a quando non verranno introdotti standard di sicurezza e misure di sicurezza, un Paese povero come il Bangladesh non potrà mai affrontare disastri come Chernobyl, la Union Carbide [disastro di Bhopal, ndr], o Fukushima".
23/02/2016 10:42
09/02/2021 11:21