Dhaka, sciopero generale contro la nuova politica a favore delle donne
Il Comitato di applicazione della legge islamica ha organizzato un “hartal” per protestare contro la National Women Development Policy 2011, ritenuta contraria ai principi del Corano. Arrestate più di 120 persone.
Dhaka (AsiaNews/Agenzie) – Più di 120 persone sono state arrestate questa mattina a seguito dell’hartal, lo sciopero generale indetto per protestare contro la National Women Development Policy 2011, la nuova politica a favore delle donne. Tra gli arrestati, 103 solo nella capitale Dhaka, 15 a Faridpur e tre a Naravangani. Il Comitato di applicazione della legge islamica ha chiesto lo sciopero sostenendo che la Nwdp 2011 rappresenta una violazione dei principi del Corano.
A Dhaka, Mirpur, Kakrail, Malibagh e altre città ci sono stati scontri violenti con la polizia. Alcuni testimoni dichiarano di aver visto la polizia irrompere nell’azione e disperdere con manganelli i manifestanti che picchettavano le strade. Alcuni feriti sono stati riportati sia tra le persone che i poliziotti.
Lo sciopero non ha causato particolari disagi nelle città. La maggior parte dei negozi, degli stabilimenti industriali e delle scuole è rimasta chiusa durante l’hartal, ma autobus, minibus e risciò hanno prestato regolare servizio.
Il 7 marzo scorso il governo ha approvato la National Women Development Policy 2011, che promuove la parità femminile nel diritto alla proprietà, all’eredità e nel mondo del lavoro. La questione dell’eredità è ciò che scatena più proteste. Secondo il diritto di famiglia islamico, alle femmine spetta un quarto di quanto compete ai figli maschi. La norma, se approvata, stabilisce che tutti i figli devono ricevere la stessa parte di quello che il padre lascia in eredità: per i detrattori della Nwdp, una violazione assoluta del Corano e un’ingiustizia nei confronti dell’uomo. Perché, dicono, se è vero che la donna riceve di meno, è però compito del marito mantenerla, ragion per cui la futura sposa non ha bisogno di una dote maggiore.Vedi anche
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