06/02/2025, 11.21
BANGLADESH
Invia ad un amico

Dhaka, nuove proteste violente: demolita la residenza del padre di Hasina

di Sumon Corraya

Migliaia di manifestanti hanno preso d'assalto la storica residenza di Mujibur Rahman dopo un discorso della figlia ai propri sostenitori. L'ex prima ministra ha poi trasmesso un secondo messaggio, in cui accusa il governo provvisorio di favorire gli islamisti e di aver trasformato il Bangladesh in una "terra di terroristi"

Dhaka (AsiaNews) – La storica residenza di Sheikh Mujibur Rahman, padre dell’ex premier Sheikh Hasina, è stata data alle fiamme e in parte demolita in un nuovo episodio di violenza politica tra la prima ministra, che ad agosto dello scorso anno è scappata in India, e il nuovo governo ad interim del Bangladesh, sostenuto anche da gruppi islamisti. 

Ieri sera migliaia di manifestanti, tra cui alcuni armati di bastoni, martelli e altri attrezzi, si sono radunati attorno alla residenza, considerata il luogo simbolo della nascita del Bangladesh, al numero 32 di Dhanmondi. Un gruppo di studenti, parte di un movimento chiamato “Processione dei bulldozer” ha preso d’assalto l’edificio scandendo slogan e dando inizio a vandalismi su larga scala. Il murale di Sheikh Mujibur Rahman, situato all’ingresso, è stato tra i primi obiettivi dei manifestanti, abbattuto in mezzo al caos anche grazie a una gru e un escavatore.

I dimostranti hanno affermato di aver agito in risposta a un discorso di Sheikh Hasina in cui l’ex premier, dopo sei mesi di esilio in India, si rivolgeva ai propri sostenitori dell’Awami League. “Non permetteremo che Bangabandhu - il nome con cui in Bangladesh ci si riferisce a Sheikh Mujibur Rahman - e Sheikh Hasina esistano in questo Paese”, ha dichiarato uno degli studenti in protesta. Altri hanno definito “fascista” Hasina e il suo governo, durato circa 15 anni. 

Sheikh Hasina ha poi condannato le violenze contro la residenza con un altro discorso, durato quasi un’ora e trasmesso sui canali social dell’Awami League. L’ex premier ha accusato il governo provvisorio, descritto come “illegale e incostituzionale”, di cospirare contro il popolo e di orchestrare la distruzione del Paese, dicendo che il Bangladesh è diventato una “terra infestata di estremisti e terroristi”.

Nel suo appello, Hasina ha condannato con forza la demolizione, dicendo che si tratta di un tentativo di cancellare la storia del Bangladesh. “Questa casa è stata attaccata anche dopo che ho lasciato il Paese”, ha dichiarato, riferendosi alle manifestazioni antigovernative che il 5 agosto scorso l’hanno spinta a rifugiarsi in India. 

Hasina ha poi ricordato che suo padre dichiarò l’indipendenza proprio dalla residenza al 32 di Dhanmondi prima di essere arrestato dall’esercito pakistano nel 1971. “Le forze di occupazione hanno saccheggiato questa casa, ma non l’hanno mai bruciata o distrutta”, ha sottolineato. “Mia madre ha costruito ogni mattone di questa casa con le sue mani”, ha aggiunto, ricordando che la casa era stata trasformata in un museo visitato da leader mondiali. “Perché questa casa è stata demolita? Qual è il suo crimine? Perché ne avete così tanta paura?”, ha chiesto. 

Nel 1975 Mujibur Rahman e altri elementi della sua famiglia furono assassinati da parte di alcuni membri dell’esercito mentre si trovavano nell'abitazione, poi trasformata in un museo per volontà di Hasina, che sopravvisse all’attacco. 

“Il nostro Paese era un modello di sviluppo, un miracolo agli occhi del mondo. Ora è preda della distruzione e del caos”, ha continuato l’ex premier. Pur mantenendo un tono conciliante nei confronti degli studenti, Hasina ha esortato i giovani a non farsi coinvolgere nei disordini: “Capisco la vostra passione giovanile, ma vi invito a non far parte di questa distruzione”. Ha inoltre messo in guardia contro l’ascesa dell’estremismo islamico nelle scuole e università, sottolineando come, durante il suo governo, il Bangladesh avesse garantito un ambiente favorevole all’istruzione. “Non lasciate che le nostre scuole cadano nelle mani dei militanti”, ha ammonito.

Anche il partito di Hasina ha incolpato il governo provvisorio guidato dal premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus di aver concesso l’”immunità” alle azioni vandaliche: “Il dottor Yunus e l'intero governo ad interim non possono sfuggire alla responsabilità per gli atti distruttivi di ieri sera”, si legge in una dichiarazione. 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Dhaka per i suoi 50 anni sostiene una start-up dell'Uganda
12/11/2021 13:30
Dhaka ricorda il padre della patria e i 50 anni di indipendenza
18/03/2021 12:47
Vescovi cattolici ricevuti da Sheikh Hasina. Il pellegrinaggio alle radici della nazione
13/11/2020 12:11
Lotta al radicalismo islamico: Hasina inaugura 50 'moschee modello'
12/06/2021 07:39
Dhaka, almeno 4 morti nelle proteste per la visita di Modi
27/03/2021 11:14


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”