Dhaka, centro per lavoratori cattolici aperto a protestanti e musulmani
di William Gomes
Il Jesus Worker Center è sorto nel 1995 in una zona industriale a 100 km dalla capitale. Sostenuto grazie al lavoro dei missionari del Pime, accoglie centinaia di fedeli che si riuniscono per pregare e condividere esperienze. L’obiettivo è la nascita di un “centro ecumenico” che comprende chiesa, scuola, centro medico e istituto tecnico.
Dhaka (AsiaNews) – Oltre 300 cristiani bangladeshi hanno celebrato le festività pasquali al Jesus Worker Center, un centro per lavoratori situato in un distretto industriale a circa 100 km da Dhaka. Esso sorge a Jirani, nell’upazila di Savar, nei pressi della Export Processing Zone (Epz), una sorta di zona franca in cui hanno sede numerose aziende. Giovani operai cristiani provenienti da varie diocesi fra cui Dinajpur, Mymensingh, Chittagong e Rajshahi si riuniscono nel centro per pregare e condividere esperienze e difficoltà.
Edward Hazda, giovane cattolico della diocesi di Dinajpur, dichiara di essersi trasferito a Dhaka in cerca di una vita migliore, ma di essersi ritrovato “isolato e senza speranza in mezzo ai musulmani”. La presenza dei missionari del Pime – Pontificio Istituto Missioni Estere – e le attività del centro lo hanno aiutato a capire “di non essere solo”. I sacerdoti, aggiunge, celebrano la messa tutti i venerdì, giorno di festa in accordo al calendario musulmano.
Paulus Marandi, impiegato nella Commissione per l’energia atomica, racconta il lavoro di preparazione “per il battesimo di mia figlia Marqus, di tre mesi”. Un evento possibile anche in questo caso grazie alla presenza del centro, che supplisce “alla distanza che separa la zona franca dalle parrocchie della capitale”.
P. Luca Galimberti, missionario del Pime originario di Como (Italia), spiega che il Jesus Worker Center ha mosso i primi passi nel 1995, su iniziativa di fratel Domenico, sacerdote diocesano, sostenuto da p. Carlo Dotti, anch’egli missionario del Pime. Entrambi hanno voluto dedicare parte del loro tempo per gli operai della Epz. La comunità originaria si è sviluppata nel tempo, racconta, tanto che “alle ultime festività natalizie i presenti alle funzioni erano più di 600”.
Oggi il gruppo di operai cattolici si riunisce e prega all’aria aperta, perché la piccola stanza che funge da sede dell’associazione non basta a contenere la folla di fedeli. “Lavoriamo per costruire una chiesa – racconta p. Luca – ma servono 150mila taka (poco più di 1500 euro) solo per realizzare il primo piano e noi abbiamo a disposizione metà del capitale”.
Il progetto finale, tuttavia, comprende la costruzione di una scuola, aperta anche ai figli dei musulmani. Il Jesus Worker Center intende diventare un “centro ecumenico” che riunisca cattolici, protestanti e musulmani, all’insegna dell’amore, della condivisione e del rispetto reciproco. Oltre alla scuola, il progetto prevede la nascita di un ambulatorio medico e un centro specializzato nello studio delle nuove tecnologie, per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro.
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