Dhaka, 50 feriti negli scontri fra operai del tessile e polizia
Dhaka (AsiaNews) - È di almeno 50 feriti il bilancio degli scontri fra operai del comparto tessile-abbigliamento e polizia avvenuti ieri ad Ashulia, distretto industriale di Dhaka. I lavoratori hanno bloccato l'autostrada che collega la capitale con Tangail, al centro del Bangladesh, per chiedere un aumento del salario minimo e altri benefit. In risposta, le forze dell'ordine hanno caricato per sgomberare l'area e ripristinare la circolazione. Mostafizur Rahimn, capo della polizia del distretto, riferisce che "circa 7mila operai di 20 aziende del tessile hanno organizzato [ieri] una protesta ad Ashulia, ma abbiamo riportato la situazione sotto controllo disperdendoli grazie all'uso di gas lacrimogeni".
Gli addetti al comparto tessile e dell'abbigliamento sono scesi in piazza per chiedere un aumento del salario minimo, fissato sui 103 dollari al mese, assieme ad altre concessioni fra cui la pausa pranzo. Rakib Hossian, operaio 32enne, dichiara di non riuscire a "mantenere la mia fmaiglia, guadagnando solo 64 dollari" al mese. Da due anni egli è alle dipendenze del gruppo tessile Ha-Meem.
Secondo i lavoratori scesi in piazza, la manifestazione era di natura pacifica ma l'attacco della polizia ha fatto degenerare la situazione. I vertici delle forze dell'ordine - in un rimpallo di responsabilità - respingono al mittente le accuse e puntano il dito contro gli operai che "ci hanno attaccato per primi".
La scorsa settimana tutte le aziende del comparto tessile sono rimaste chiuse per tre giorni, in seguito a scioperi e manifestazioni. Opinione pubblica e società civile sono ancora sconvolte dal crollo della fabbrica-lager del 27 aprile scorso, che ha causato oltre mille morti e toccato le coscienze in patria e all'estero. Secondo organizzazioni a tutela dei diritti dei lavoratori, negli ultimi 10 anni in Bangladesh - secondo produttore mondiale del tessile, dopo la Cina - sono morte almeno 2mila persone in incendi o incidenti all'interno delle fabbriche. Rosaline Costa, attivista per i diritti umani, assicura che a protesta continuerà sino a che le richieste degli operai verranno esaudite.