Deputato Fatah: alla Mecca una base per la pace tra palestinesi e con Israele
In un’intervista ad AsiaNews Bernard Sabela, deputato di Fatah a Gerusalemme, commenta l’Accordo tra palestinesi: è un ottimo passo, ora Stati Uniti, Europa ed Israele non perdano tempo e ci diano fiducia.
Gerusalemme (AsiaNews) - “Hamas come movimento politico può dire ciò che vuole, ma se a livello di governo vengono attuate le condizioni previste dall’Accordo della Mecca tornerà l’ordine a Gaza e in Cisgiordania e si potranno anche avviare seri negoziati con Israele”. Così il professor Bernard Sabela - deputato di Fatah a Gerusalemme - commenta l’accordo su un governo di unità nazionale raggiunto ieri tra Hamas e Fatah nel secondo giorno dei colloqui in Arabia Saudita. Ma avverte: “Ora Israele, Usa ed Europa non perdano tempo e ci concedano fiducia”. In un’intervista ad AsiaNews il politico spiega le questioni in gioco e traccia linee per una graduale soluzione della crisi.
Professore, che significato ha l’Accordo tra Hamas e Fatah e quali prospettive apre per la pace?
Si tratta di un buon accordo. La prima speranza è che questo porti ordine nella società palestinese, fermi la spirale di violenza e crei un consenso politico anche a livello internazionale. Io sono fiducioso. È un accordo che entrambe le parti devono rispettare per assicurare la pace e l’ordine a Gaza e in Cisgiordania, cosa su cui sia Hamas che Fatah si sono impegnate mi modo serio.
Penso, inoltre, che l’Accordo possa essere una buona base per dare il via negoziati con Israele; è chiaro che alla Mecca il presidente Abu Mazen è stato incaricato ufficialmente del file “Israele” ed è cruciale il riconoscimento e il rispetto degli Accordi internazionali firmati dall’Olp con il mondo, compreso Israele. Ora Tel Aviv, Washington e l’Europa devono apprezzare questo passo e non screditarlo. Non possiamo perdere tempo dicendo “Hamas doveva dire questo, o non doveva dire quest’altro”. Penso che è una buona base da cui partire e su cui costruire qualcosa di solido ma ci vuole l’appoggio della comunità internazionale.
Meshaal, capo dell'ufficio politico di Hamas in esilio, ha però rifiutato di equiparare il rispetto degli accordi firmati dall’Olp ad un esplicito riconoscimento di Israele…
Penso che il governo palestinese non farà le stesse dichiarazioni di Meshaal. È il presidente Abu Mazen che ha il compito di occuparsi della questione Israele. Meshaal può dire quello che vuole, ma l’importante sono le posizioni del presidente e del premier. L’importante è che ci sia e si mantenga una chiara divisione degli incarichi e delle responsabilità e se il presidente è l’incaricato dei negoziati e ha la fiducia e il sostegno del governo, questo è sicuramente un ottimo passo. Hamas come movimento politico può dire quello che vuole, ma come partito al governo deve accettare gli accordi internazionali e affidarsi ad Abu Mazen per negoziare con Israele.
Cosa si aspettano i palestinesi ora?
“La prima priorità per i palestinesi è riportare l'ordine all'interno. Se sarà assicurata la pace, se verranno rispettati gli accordi internazionali; se Abu Mazen seguirà senza interferenze i negoziati con Israele, se tutte queste condizioni verranno rispettate non vedo perché Israele debba condannare o non accettare l’Accordo. Abbiamo bisogno di tempo e non dobbiamo sprecarlo e spero che l’Occidente agisca con prudenza e saggezza ora. (ma)
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