Deputati rifugiati all’estero per salvare la maggioranza ed eleggere il nuovo capo dello Stato
Sono almeno 20 i parlamentari che hanno lasciato il Paese. La decisione è stata presa dopo l’assassinio di Eido che ha fatto scendere a 68 esponenti il gruppo di maggioranza su 128 componenti della Camera. Fallito il tentativo palestinese di organizzare una forza che costringesse gli uomini di Fatah al-Islam a lasciare il campo di Nahr al-Bared.
Beirut (AsiaNews) – Non si vedono schiarite nella cupa situazione libanese. Oggi si è avuta notizia che almeno 20 dei 68 deputati della maggioranza antisiriana del Parlamento libanese sono all’estero per motivi di sicurezza e torneranno nel Paese per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. E’ intanto fallito, per l’opposizione del rappresentante politico di Hamas, Ali Barakah, il tentativo palestinese di organizzare una forza che costringesse i sopravvissuti del gruppo di Fatah al-Islam a lasciare il campo di Nahr al- Bared, nel nord del Libano, dove sono asserragliati da sei settimane, mentre l’agenzia nazionale libanese ha dato notizia del dispiegamento di 300 uomini scelti delle Forze di sicurezza interna lungo la frontiera settentrionale con la Siria.
Intervistato da L’Orient Le Jour, il deputato della maggioranza Samir Frangie ha rivelato che nel corso dell’ultima riunione delle forze del “14 marzo” - che raccoglie la maggioranza parlamentari e – all’indomani dell’assassinio del deputato Walid Eido, sono state prese due decisioni: la prima, pubblica, di volere elezioni parziali per rimpiazzare gli uccisi Eido e Pierre Gemayel, la seconda, di mandare all’estero i rappresentanti di regioni ove è particolarmente difficile assicurare la loro sicurezza. Tenendo conto delle minacce contro i parlamentari, la decisione mirerebbe a garantire che l’attuale maggioranza esisterà ancora a fine settembre, quando il Parlamento dovrebbe essere convocato per eleggere il successore del presidente Emile Lahoud.
Dopo l’uccisione di Eido, ambienti della maggioranza avevano ipotizzato che gli attentati – ed il rifiuto del presidente della Repubblica di indire le elezioni per sostituire i parlamentari assassinati – avessero lo scopo di togliere agli antisiriani la stretta maggioranza – 68 deputati su 128 – della quale ancora godono.
L’allontanamento dei parlamentari è stato confermato alla AFP dal deputato Akram Shhayeb, secondo il quale sono più di 20 i suoi colleghi che sono fuori dal Paese.
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