Depistaggi e false notizie per nascondere gli assassini di Shahbaz Bhatti
La denuncia di un avvocato e politico cattolico, che segue le indagini sulla morte del ministro per le Minoranze. Egli esclude “dispute familiari” e conferma la pista iniziale: “forze della morte” vicine all’estremismo islamico. L’11 agosto, Giornata per le minoranze religiose, in Pakistan e nel mondo messe e preghiere per Bhatti.
Lahore (AsiaNews) – L’assassinio di Shahbaz Bhatti non è attribuibile a una “disputa fra familiari per beni e proprietà” come riportano oggi alcuni giornali pakistani, ma è opera di “forze della morte” legate al fondamentalismo islamico. È quanto sottolinea ad AsiaNews Tahir Naveed Chaudry, avvocato e parlamentare cattolico della provincia del Punjab, responsabile per la All Pakistan Minorities Alliance (Apma) delle indagini sull’omicidio del ministro per le Minoranze religiose. Intanto i cristiani pakistani si preparano a celebrare il ricordo di Shahbaz Bhatti con messe e preghiere per il prossimo 11 agosto, in concomitanza con la Giornata per le minoranze del Paese istituita proprio da Shahbaz.
Oggi i giornali in Pakistan citando “fonti di polizia vicine alle indagini”, escludono “motivi di natura religiosa” o confessionale alla base dell’assassinio di Bhatti, quanto piuttosto una “cronica rivalità” fra parenti. Queste nuove – e presunte – “prove” condurrebbero a una famiglia della zona in cui è nato il ministro per le Minoranze, che è poi fuggita all’estero rifugiandosi negli Emirati o in Malaysia. Tuttavia non vi sono nomi, né riferimenti precisi ai presunti autori dell’omicidio; il sospetto è che queste voci siano solo un pretesto per deviare l’attenzione dai veri responsabili.
Interpellato da AsiaNews Tahir Naveed Chaudry, responsabile Apma per le indagini sulla morte di Bhatti, parla di una “manovra” da parte dei giornali per deviare l’attenzione dal “martirio di Shahbaz”. Sminuire la vicenda, declassandola a faida familiare, può servire a una parte del Paese per cancellare la memoria del ministro, le sue battaglie contro le leggi sulla blasfemia, la difesa di Asia Bibi e di quanti sono vittime di violenze e abusi a causa della fede. “Speriamo che la verità emerga – continua Naveed – e soprattutto che il Paese non dimentichi che egli ha dato la vita per tutte le minoranze”.
Per il parlamentare del Punjab “vi sono persone” interessate a “cambiare il corso delle indagini” e la verità sui fatti, ma resta un elemento innegabile: si è trattato di un assassinio per mano di “forze della morte” vicine all’estremismo islamico. “Shahbaz non nutriva inimicizie personali – conferma l’avvocato cattolico – e non accettiamo simili spiegazioni, che si aggiungono a presunti casi di corruzione o vendette personali. C’è interesse a deviare l’attenzione dal martirio di Bhatti, mentre noi ne difendiamo il lavoro a favore dell’unità e contro quanti volevano creare divisioni”.
In occasione della Giornata per le minoranze religiose in Pakistan, in programma il prossimo 11 agosto, si terranno “messe e preghiere speciali” per onorare la memoria del ministro cattolico, che ha dato la vita “per difendere la libertà religiosa, la parità di diritti, la visione laica del Pakistan sancita dal fondatore Ali Jinnah nel 1947”. Eventi e celebrazioni sono previste anche in altre nazioni, fra cui l’Italia: a Roma si pregherà nella basilica di San Bartolomeo (dei Nuovi Martiri), chiesa che conserva la Bibbia personale di Shahbaz. Sempre l’11 agosto Tahir Naveed Chaudry sarà parte della delegazione che incontrerà il presidente pakistano Asif Ali Zardari, che ha voluto organizzare un momento “istituzionale” per onorare Bhatti.
Sulla vicenda è intervenuto anche il vescovo di Islamabad, mons. Rufin Anthony, che smentisce con forza la versione di un investigatore riportata dai giornali. “È del tutto assurdo – sottolinea il prelato ad AsiaNews – la polizia cambia versione da un giorno all’altro”. Egli chiede se “prendano il caso seriamente” e “che fine hanno fatto le rivendicazioni iniziali dell’assassinio, fatte dai talebani del Punjab”. Mons. Rufin conclude sottolineando che “aggiungono ferite e insultano l’intelligenza” dei cristiani, parlando di vendette familiari nella morte di Shahbaz Bhatti. (DS)
(Ha collaborato Jibran Khan)
Oggi i giornali in Pakistan citando “fonti di polizia vicine alle indagini”, escludono “motivi di natura religiosa” o confessionale alla base dell’assassinio di Bhatti, quanto piuttosto una “cronica rivalità” fra parenti. Queste nuove – e presunte – “prove” condurrebbero a una famiglia della zona in cui è nato il ministro per le Minoranze, che è poi fuggita all’estero rifugiandosi negli Emirati o in Malaysia. Tuttavia non vi sono nomi, né riferimenti precisi ai presunti autori dell’omicidio; il sospetto è che queste voci siano solo un pretesto per deviare l’attenzione dai veri responsabili.
Interpellato da AsiaNews Tahir Naveed Chaudry, responsabile Apma per le indagini sulla morte di Bhatti, parla di una “manovra” da parte dei giornali per deviare l’attenzione dal “martirio di Shahbaz”. Sminuire la vicenda, declassandola a faida familiare, può servire a una parte del Paese per cancellare la memoria del ministro, le sue battaglie contro le leggi sulla blasfemia, la difesa di Asia Bibi e di quanti sono vittime di violenze e abusi a causa della fede. “Speriamo che la verità emerga – continua Naveed – e soprattutto che il Paese non dimentichi che egli ha dato la vita per tutte le minoranze”.
Per il parlamentare del Punjab “vi sono persone” interessate a “cambiare il corso delle indagini” e la verità sui fatti, ma resta un elemento innegabile: si è trattato di un assassinio per mano di “forze della morte” vicine all’estremismo islamico. “Shahbaz non nutriva inimicizie personali – conferma l’avvocato cattolico – e non accettiamo simili spiegazioni, che si aggiungono a presunti casi di corruzione o vendette personali. C’è interesse a deviare l’attenzione dal martirio di Bhatti, mentre noi ne difendiamo il lavoro a favore dell’unità e contro quanti volevano creare divisioni”.
In occasione della Giornata per le minoranze religiose in Pakistan, in programma il prossimo 11 agosto, si terranno “messe e preghiere speciali” per onorare la memoria del ministro cattolico, che ha dato la vita “per difendere la libertà religiosa, la parità di diritti, la visione laica del Pakistan sancita dal fondatore Ali Jinnah nel 1947”. Eventi e celebrazioni sono previste anche in altre nazioni, fra cui l’Italia: a Roma si pregherà nella basilica di San Bartolomeo (dei Nuovi Martiri), chiesa che conserva la Bibbia personale di Shahbaz. Sempre l’11 agosto Tahir Naveed Chaudry sarà parte della delegazione che incontrerà il presidente pakistano Asif Ali Zardari, che ha voluto organizzare un momento “istituzionale” per onorare Bhatti.
Sulla vicenda è intervenuto anche il vescovo di Islamabad, mons. Rufin Anthony, che smentisce con forza la versione di un investigatore riportata dai giornali. “È del tutto assurdo – sottolinea il prelato ad AsiaNews – la polizia cambia versione da un giorno all’altro”. Egli chiede se “prendano il caso seriamente” e “che fine hanno fatto le rivendicazioni iniziali dell’assassinio, fatte dai talebani del Punjab”. Mons. Rufin conclude sottolineando che “aggiungono ferite e insultano l’intelligenza” dei cristiani, parlando di vendette familiari nella morte di Shahbaz Bhatti. (DS)
(Ha collaborato Jibran Khan)
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