04/08/2008, 00.00
MYANMAR
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Democrazia e diritti umani nell’agenda dell’inviato Onu in Myanmar

Il rappresentante delle Nazioni Unite incontrerà i vertici della giunta militare al potere e una delegazione di monaci buddisti, protagonisti della rivolta del settembre 2007 repressa nel sangue. Nessuna conferma sul possibile faccia a faccia con la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Approfondire i rapporti con la giunta militare al potere per discutere la questione dei diritti umani e incontrare i leader del movimento dell’opposizione che si batte per la democrazia. Sono gli obiettivi alla base del viaggio dell’inviato delle Nazioni Unite Tomas Ojea Quintana in Myanmar, iniziato sabato scorso e che si chiuderà giovedì 7 agosto.

In un documento si ribadisce la volontà del funzionario dell’agenzia Onu per i diritti umani di incontrare “membri di governo, esponenti delle varie etnie e partiti politici” dell’opposizione. Poco fa è stato ufficializzato un vertice con alcuni leader dei monaci birmani, mentre non vi sono ancora riferimenti in merito a un possibile colloquio con il capo dell’opposizione birmana e premio Nobel Aung San Suu Kyi. “Spero di instaurare un dialogo costruttivo con le autorità di governo – afferma l’inviato delle Nazioni Unite – al fine di migliorare [il rispetto dei] diritti umani nel Myanmar”.

Quintana lascerà il Paese giovedì, alla vigilia del 20mo anniversario del massacro compiuto dalla giunta militare contro i manifestanti che chiedevano democrazia. Durante i moti del 1988 morirono più di 3mila persone. Proprio in vista della ricorrenza, il governo ha imposto un giro di vite sulla sicurezza, temendo manifestazioni o cortei di protesta per l’8 agosto.

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