24/10/2024, 12.45
INDIA - CINA
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Delhi e Pechino al vertice Brics: dialogo e diplomazia per allentare le tensioni

Secondo gli osservatori internazionali si tratta di una pragmatica tregua all'interno di una lunga rivalità. I rappresentanti diplomatici dei due Paesi riprenderanno gli incontri per la gestione della controversia lungo il confine in Ladakh. Dialogare con tutti per Modi è occasione per mostrarsi come credibile leader del Sud globale.

Kazan (AsiaNews/Agenzie) - Per la prima volta in quasi cinque anni, ieri il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente cinese Xi Jinping hanno tenuto un incontro formale a margine del vertice dei Brics che si chiude oggi a Kazan, in Russia. Si tratta di un incontro che era stato anticipato dall’annuncio del raggiungimento di un accordo sul pattugliamento della cosiddetta “linea di controllo effettivo” (Line of Actual Control o LAC), la frontiera di circa 3mila chilometri che divide i due Paesi nella regione contesa del Ladakh. 

I rapporti si erano congelati dopo uno scontro lungo il confine nel 2020, quando morirono 20 soldati indiani e quattro cinesi, mettendo un freno alle riunioni diplomatiche e ai commerci. L’incontro di ieri tra Modi e Xi segna il primo passo verso un’impostazione diversa dei rapporti, anche se - sottolineano gli esperti - si tratta probabilmente solo di una pragmatica tregua all’interno di una lunga rivalità. 

“Il primo ministro Modi ha sottolineato l'importanza di non permettere che le divergenze sulle questioni di confine disturbino la pace e la tranquillità sui nostri confini”, ha riferito in conferenza stampa il sottosegretario agli Affari esteri indiano, Vikram Misri. I due leader hanno concordato sul “ruolo cruciale” che svolgono i “rappresentanti speciali per la questione dei confini tra India e Cina”, un ruolo assunto dall’indiano Ajit Doval, consigliere per la sicurezza nazionale, e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. “I due leader sono convinti che relazioni bilaterali stabili tra India e Cina, le due nazioni più popolose del pianeta, avranno un impatto positivo sulla pace e sulla prosperità regionale e globale”, ha aggiunto il sottosegretario, sottolineando, a tal scopo, la necessità di tornare “sulla strada della normalizzazione” dei rapporti. 

Rispondendo a una domanda sul ruolo di Mosca nella mediazione tra i due vicini, il sottosegretario Misri ha risposto: “Siamo a Kazan, che è in Russia. E ringraziamo la Russia per aver fornito la sede”.

Il comunicato diffuso dai media cinesi è simile a quello indiano: “Le due parti dovrebbero rafforzare la comunicazione e la cooperazione, risolvere i conflitti e le divergenze e realizzare reciprocamente i rispettivi obiettivi di sviluppo”, ha scritto la Xinhua News Agency.

Negli ultimi quattro anni, Xi e Modi si erano incontrati a margine di grandi eventi multilaterali, ma l’anno scorso il presidente cinese non aveva presenziato al G20 a New Delhi. Dopo gli scontri lungo il confine in Ladakh, l’India aveva intensificato i controlli sugli investimenti cinesi, bloccato i voli civili diretti tra i due Paesi (ma mantenuto quelli commerciali) e ostacolato il rilascio di visti ai cittadini cinesi. 

Alcuni osservatori hanno evidenziato la necessità della Cina di allentare le tensioni geopolitiche per far fronte a un’economia che continua a essere stagnante. Ma è soprattutto Delhi a dipendere da Pechino per la propria produzione industriale: nel 2020 le esportazioni indiane verso la Cina ammontavano a 16,61 miliardi di dollari e sono rimaste stabili a 16,65 miliardi lo scorso anno. Le importazioni dalla Cina, invece, sono passate da 65,26 miliardi di dollari nel 2020 a 101,74 miliardi nell’ultimo anno fiscale.

L’India mantiene stretti legami con la Russia (da cui compra petrolio a prezzi scontati nonostante le sanzioni internazionali per l’invasione dell’Ucraina), ma intrattiene anche stretti legami con gli alleati occidentali, facendo parte del Quadrilateral Security Dialogue (Quad), il forum di dialogo che riunisce anche Stati Uniti, Australia e Giappone per contrastare l’influenza cinese nell’Indo-Pacifico. Mostrarsi dialogante anche con la Cina, storica rivale, serve a Modi per proporsi come credibile leader del Sud globale.

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