Delegazione vaticana visita i montagnard a Kontum
Kontum (AsiaNews) – La delegazioni vaticana in questi giorni in Vietnam si è recata ieri in vista alla diocesi di Kontum, popolata per lo più da cristiani montagnard. La comunità diocesana ha accolto con calore il gruppo guidato da mons. Pietro Parolin, sottosegretario per i rapporti con gli Stati.
Le etnie montagnard sono perseguitate con forza da Hanoi; il loro livello di vita è fra i più poveri del Vietnam.
“La visita di una così alta rappresentanza vaticana - dice un giovane di etnia Jarai - ci fa sentire risorti e più forti nella nostra fede, che tutti i giorni affronta sfide enormi”. “I cattolici qui sono molto poveri -, ma molto religiosi – riferisce un capo villaggio di etnia Bahnar – la vita è difficile ma c’è grande solidarietà: preghiamo e lavoriamo insieme ogni giorno”.
Durante la visita di ieri mon. Parolin ha fatto il punto della visita in Vietnam: “Ancora non abbiamo terminato il processo per stabilire rapporti diplomatici, ma saremo in grado di farlo. Nel corso degli incontri avuti questa settimana, “abbiamo trattato di alcuni questioni riguardanti la libertà religiosa e dei casi di alcuni sacerdoti accusati di fare propaganda e opposizione al governo centrale”.
Ad AsiaNews il card. JB. Pham Minh Man, arcivescovo di Ho Chi Minh City, ribadisce che “tra Vaticano e Chiesa vietnamita vi è un legame d’amore e servizio attraverso il dialogo e la collaborazione”. Il porporato ha poi confermato che il Vaticano sta lavorando con il Consiglio dei vescovi del Vietnam e il governo per la nomina di nuovi vescovi, “sebbene in passato le autorità politiche abbiano interferito nella questione in diverse forme dirette o indirette”. Nonostante i progressi il cardinale non dimentica che al di là dei rapporti diplomatici vi è ancora molto da fare: “La Costituzione del Vietnam prevede ‘diritti alla libertà’, ma di fatto esistono solo ‘regolamentazioni di libertà’, con una lunga serie di permessi e di divieti, la cui flessibilità dipende dalle autorità locali”. E aggiunge: “Il Comitato governativi per gli Affari religiosi sostiene di rispettare le opinioni del Consiglio dei vescovi, ma la realtà è differente”.