12/05/2007, 00.00
COREA
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Delegazione religiosa al Nord. Niente messa per i cattolici

La Conferenza coreana per la religione e la pace, composta da cattolici, protestanti, buddisti e confuciani, è riuscita a visitare Pyongyang, celebrando il decimo anniversario della partnership con il Consiglio governativo nordcoreano delle religioni. Come consigliato dal Vaticano, i cattolici non hanno celebrato la messa.
Seoul (AsiaNews) – Una delegazione interreligiosa sudcoreana è riuscita a visitare Pyongyang, dove ha incontrato il Consiglio governativo nordcoreano delle religioni per uno “scambio di opinioni” sulla riunificazione della penisola. Nonostante il motivo “confessionale” della visita, i cattolici della delegazione non hanno celebrato messa.
 
L’incontro si è sviluppato in tre giornate, dal 5 all’8 maggio, ed è stato organizzato per celebrare il decimo anniversario della partnership fra le due organizzazioni. Fra i partecipanti sudcoreani vi erano cattolici, protestanti, buddisti e confuciani, che insieme formano la Conferenza coreana per la religione e la pace.
 
L’intera delegazione del sud, composta da 42 membri, ha visitato il monastero russo-ortodosso di Jongbaek, nella capitale, completato il 13 agosto del 2006. Qui vivono in maniera stabile due preti ortodossi nordcoreani, che hanno studiato e sono stati ordinati in Russia.
 
I membri protestanti hanno celebrato una funzione nella chiesa Chilgol, mentre i buddisti hanno visitato il tempio di Kwangbopsa. I cattolici, invece, non hanno celebrato messa, perché la Santa Sede ha sconsigliato più volte ai sacerdoti che riescono ad entrare in Corea del Nord di officiare la liturgia. Il rischio è quello di far avvicinare ai sacramenti dei non cattolici.
 
Il Vaticano, inoltre, ha sempre scoraggiato una visita dei dirigenti dell’Associazione dei cattolici nordcoreani a Roma, dato che permangono seri dubbi sul loro status giuridico e canonico. Ci sono infatti sospetti che siano solo funzionari di partito, neppure cattolici. L’organizzazione è stata creata e gestita dal regime, e continua a dichiararsi l’interlocutore ufficiale per i cattolici locali, che secondo stime non governative non sono più di 800.
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