Delegazione pakistana in India per promuovere la pace dopo la strage di Mumbai
Lahore (AsiaNews) – Dal 21 gennaio una delegazione composta da gruppi e attivisti pakistani si trova a New Delhi per promuovere rapporti con la società civile indiana. La “missione di pace” intende stemperare il clima di tensione fra i due Paesi, acuita dalla crisi seguita all’attentato del 26 novembre scorso a Mumbai. I membri della delegazione – formata da 24 elementi, tra cui attivisti per i diritti umani, giornalisti, analisti e politici – hanno voluto portare un messaggio di pace e solidarietà alle vittime e a tutta la popolazione dell’India, invitando le due nazioni a uno “sforzo comune nella lotta contro il terrorismo”.
La delegazione di pace è nata da una iniziativa comune dell’associazione Asia del sud per i diritti umani (Sahr) e dell’Associazione per la libertà dei media dell’Asia del sud (Safma): essa intende interagire con esponenti della società civile, del mondo dell’informazione e della politica dell’India per “rafforzare il bisogno di tenere vivo il processo di pace”, scoraggiare ogni forma di “terrorismo a tutti i livelli” ed evitare “la guerra guardando ai maggiori interessi dei popoli di India e Pakistan”.
La missione pakistana di pace “condanna in maniera inequivocabile e senza mezzi termini” l’attacco terroristico del 26 novembre a Mumbai, definito un “crimine ignobile contro persone innocenti”, e condivide il “dolore delle famiglie delle vittime” e di tutto “il popolo indiano di cui abbiamo a cuore l’amicizia”.
In merito alle crescenti tensioni fra New Delhi e Islamabad sul rapporto che prova il coinvolgimento di “elementi pakistani” nella strage, essi auspicano che “l’India metta da parte la rabbia” e “coinvolga il Pakistan” nella ricerca della verità, basandosi sul principio della “collaborazione reciproca”. I delegati chiedono inoltre che sia dato un nuovo impulso alla crescita della Saarc – Associazione per la pace nella regione dell’Asia del sud – quale luogo privilegiato per la risoluzione delle “sfide comuni” e per la creazione di un “processo di pace stabile nell’area”.
08/05/2017 15:11