Delegazione israeliana in Giordania per discutere del piano di pace della Lega Araba
Beirut (AsiaNews) – Tra Israele e Paesi arabi qualcosa si muove, anche se siamo ancora all’esame della possibilità di aprire un colloquio sul piano di pace saudita che la Lega Araba ha fatto suo nel vertice di fine marzo. Ieri, 13 ministri degli Esteri della Lega (Arabia Saudita, Bahrain, Quatar, Egitto, Libano, Giordania, Siria, Yemen, Sudan, Marocco, Algeria, Tunisia e Palestina) hanno chiesto ad Egitto e Giordania di contattare Israele per convincerlo ad accettare il piano di pace arabo ed avviare negoziati diretti ed oggi Dalia Yitzik, presidente della Knesset - che in questo periodo fa la funzione di capo dello Stato - si reca ad Amman, su invito di re Abdallah, accompagnata dal presidente e altri membri della Commissione parlamentare per gli affari esteri.
Ancora ieri il primo ministro israeliano Ehud Olmert aveva parlato dell’iniziativa araba come di un “primo segno di comprensione” di Israele da parte degli arabi. “La strada – aveva aggiunto – rimane lunga e i nostri nemici sono molti, ma ci sono i primi segni di sviluppo che indicano la speranza che l’anno prossimo potremo realizzare progressi per risolvere i conflitti con i nostri vicini, specialmente con i palestinesi”.
La Lega Araba ha anche incaricato un gruppo di otto Stati di contattare Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Usa. Ue, Russia per ottenere appoggio all’iniziativa di pace.
Dal canto loro gli Stati Uniti starebbero pensando, secondo quanto ha dichiarato ieri Olmert, starebbero pensando ad un vertice con Israele, Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Autorità palestinese ed altri.
Il piano saudita prevede il riconoscimento di Israele da parte di tutti i Paesi della Lega, in cambio del ritiro da tutti i territori occupati durante la guerra del 1967, la creazione di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme ed una “giusta soluzione” per i profughi palestinesi. Il governo israeliano ha accolto con interesse la proposta, Olmert si è detto pronto ad andare a discuterne nei Paesi che lo avessero invitato, ma all’affermazione araba che la proposta “va accettata così com’è” e poi si apriranno i negoziati, ha risposto di considerarla una base su cui trattare. Se venisse accolta com’è, “i negoziati non avrebbero ragion d’essere”, ha detto giorni fa il vicepresidente Simon Peres. E la radio militare israeliana oggi ha sostenuto che la delegazione che si reca ad Amman dirà che Israele è pronto ad esaminare nei dettagli il piano saudita, ma non è disposto ad "accettare diktat". (PD)