Decapitazioni, un salto ideologico del fondamentalismo
Intervista al prof. Francesco Zannini, professore al Pontificio istituto di studi arabi e di islamistica.
Roma (AsiaNews) - Se uccidere i nemici è un precetto dell'Islam, la "decapitazione in diretta" è frutto di un "salto radicale" del fondamentalismo. Secondo il prof. Francesco Zannini, esperto di islam, non c'è nessun punto nel Corano o nei detti tradizionali che giustifichi questo tipo di uccisione. La scelta di decapitare e l'uso dei media è un mezzo per "mettere in ginocchio l'occidente Tagliando la testa di uno, grazie ai mass media, [i fondamentalisti] compiono una strage di massa colpendo la psicologia e la paura del mondo occidentale".
Il prof. Zannini, che insegna arabo e islamistica presso il Pontificio istituto di studi arabi a Roma (Pisai), afferma anche che i terroristi fondamentalisti in Iraq "hanno fatto un salto ideologico: hanno ridefinito la figura del 'nemico'. Per l'Islam tradizionale non si poteva uccidere donne, bambini, contadini, giovani. Ma ormai, per questi gruppi "il nemico è divenuto l'occidente in quanto tale. Ogni occidentale, anche un bambino, è qualcuno che "attacca l'Islam", è un militante che vuole distruggere l'Islam e come tale va annientato. È un quadro ideologico che giustifica una Jihad totale".
Zannini afferma che di fronte a queste ultime evoluzioni dell'Islam fondamentalista, il mondo islamico rimane sbigottito, perfino l'islam integralista dei Fratelli musulmani in Egitto. E molti musulmani vedono urgente dare nuovi ideali ai giovani musulmani "per evitare un futuro di tenebre". Ecco l'intervista che ha rilasciato ad AsiaNews.
Perché questo uso così continuo della decapitazione degli ostaggi?
La decapitazione esiste nella storia dell'islam. Ma decapitare, tagliare la testa non è una punizione prevista dalle regole islamiche. Era forse presente in passato, ma non è una punizione specifica. E soprattutto non è specifica per i nemici. Vi sono testi che ordinano di uccidere i nemici dell'Islam, ma non ordinano di tagliare la testa. Il Corano non ne parla. E nemmeno gli hadith (i detti del Profeta). Ma la scelta della decapitazione e l'uso dei media per diffonderne le immagini sono fatti proprio per attirare l'attenzione e minacciare. I sequestratori si servono delle decapitazioni per mettere in ginocchio l'occidente. Cercano di colpire la psicologia delle masse. Tagliando la testa di uno, grazie ai mass media, compiono una strage di massa colpendo la psicologia e la paura del mondo occidentale. Il fatto curioso è che lo stesso rapimento, gli ostaggi, ecc. fanno parte più di un mondo occidentale, che i fondamentalisti usano per avere un maggiore impatto mediatico.
La strage di Beslan, il rapimento di Simona Torretta e di Simona Pari, anche questi delitti sono contro l'Islam?
Questi terroristi stanno andando contro ogni normativa tradizionale. L'uccisione delle donne è esplicitamente condannata dai testi islamici. Gli hadith (raccolte di detti del profeta) più certi dicono che non si può uccidere le donne, i bambini, il monaco, perfino il contadino che lavora e nemmeno i ragazzi in età militare se non stanno facendo il militare.
Ma questi terroristi hanno fatto un salto ideologico: hanno ridefinito la figura del "nemico". Per il fondamentalismo, per i gruppi estremisti e i terroristi il nemico è divenuto tutto l'occidente in quanto tale. Ogni occidentale, anche un bambino, è qualcuno che "attacca l'Islam", è un militante che vuole distruggere l'Islam e come tale va annientato. È un quadro ideologico che giustifica una Jihad totale. È anche vero che nel pantano irakeno quelli che uccidono possono essere musulmani, ma anche degli atei che usano la maschera dell'Islam, o qualche servizio segreto
Il mondo islamico come vede queste cose?
I musulmani che incontro in Italia e all'estero sono stupefatti. Si sentono di fronte a qualcosa di inaudito e nuovo. Anche loro hanno sì il ricordo delle lotte del passato, ma rimangono storditi per quello che sta succedendo oggi. Un mio amico musulmano del Bangladesh, un intellettuale, mi ha confidato impaurito che occorre con urgenza potenziare l'educazione agli ideali fra i giovani perché altrimenti ci avviamo verso un futuro di tenebre. In passato, magari sull'onda di un certo anti-americanismo, ci poteva essere qualcuno che sosteneva queste azioni; adesso sono perplessi.
Perfino alcuni Fratelli Musulmani in Egitto ci hanno confessato il loro stupore. I Fratelli Musulmani vedono che i terroristi irakeni in parte si rifanno alla loro ideologia, ma essi stessi pensano che in parte "fanno cattiva pubblicità all'islam". I gruppi irakeni hanno ormai superato l'orrore di Al Qaeda. Nel mondo islamico, l'attacco alle Torri Gemelle era visto come un inizio di Jihad. Ma in Iraq c'è una carneficina totale senza alcun ideale.