Damasco resiste. La Lega araba chiede ad Assad di farsi da parte
La proposta è la nascita di un governo nazionale, che comprenda l’opposizione e le dimissioni di Assad. Per ora vi è un “no” ufficioso. L’Arabia saudita vuole ritirare i suoi osservatori; il Qatar chiede l’aiuto dell’Onu.
Il Cairo (AsiaNews) – La Lega araba (LA) domanda ad Assad di lasciare il potere, ma Damasco rifiuta la proposta.
Dopo un incontro ieri nella capitale egiziana, i ministri degli esteri della LA, hanno proposto alle autorità siriane di formare un governo nazionale che includa l’opposizione; Bashar el-Assad dovrebbe delegare il suo potere a un suo vice. La proposta della LA mira a far terminare il bagno di sangue che dal marzo dell’anno scorso segna il Paese, dove una “primavera araba” che cercava riforme è ormai scivolata sull’orlo di una guerra civile.
La LA – che nelle scorse settimane ha inviato un folto gruppo di osservatori per verificare la situazione in loco - ha anche domandato che cessino le violenze sia dell’esercito, sia degli oppositori.
Per ora non vi è una risposta ufficiale alla proposta della Lega, ma la televisione di Stato ha citato un anonimo personaggio del governo che rifiuta il progetto di trasferimento del potere e il varo di un governo nazionale.
La Lega appare divisa sul modo in cui procedere. L’Arabia saudita, frustrata dalla mancanza di risultati della missione degli osservatori sta pensando di ritirarsi. Il Qatar chiede addirittura che il problema Siria venga presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le vivaci critiche di Riyadh e di Doha vanno a sostenere le proposte di embargo già messe in atto dall’occidente, ma sembrano più dettate dal tentativo di indebolire l’alleanza fra la Siria e Teheran, più che a risolvere la crisi sociale lì presente.
Intanto, secondo fonti locali difficilmente verificabili, cinque persone sono state uccise a Douma, un sobborgo di Damasco. Secondo gli attivisti dell’opposizione, da quando è cominciata la missione degli osservatori della LA vi sono stati almeno 1000 morti.
Dopo un incontro ieri nella capitale egiziana, i ministri degli esteri della LA, hanno proposto alle autorità siriane di formare un governo nazionale che includa l’opposizione; Bashar el-Assad dovrebbe delegare il suo potere a un suo vice. La proposta della LA mira a far terminare il bagno di sangue che dal marzo dell’anno scorso segna il Paese, dove una “primavera araba” che cercava riforme è ormai scivolata sull’orlo di una guerra civile.
La LA – che nelle scorse settimane ha inviato un folto gruppo di osservatori per verificare la situazione in loco - ha anche domandato che cessino le violenze sia dell’esercito, sia degli oppositori.
Per ora non vi è una risposta ufficiale alla proposta della Lega, ma la televisione di Stato ha citato un anonimo personaggio del governo che rifiuta il progetto di trasferimento del potere e il varo di un governo nazionale.
La Lega appare divisa sul modo in cui procedere. L’Arabia saudita, frustrata dalla mancanza di risultati della missione degli osservatori sta pensando di ritirarsi. Il Qatar chiede addirittura che il problema Siria venga presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le vivaci critiche di Riyadh e di Doha vanno a sostenere le proposte di embargo già messe in atto dall’occidente, ma sembrano più dettate dal tentativo di indebolire l’alleanza fra la Siria e Teheran, più che a risolvere la crisi sociale lì presente.
Intanto, secondo fonti locali difficilmente verificabili, cinque persone sono state uccise a Douma, un sobborgo di Damasco. Secondo gli attivisti dell’opposizione, da quando è cominciata la missione degli osservatori della LA vi sono stati almeno 1000 morti.
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