Dalla clausura in India preghiere per i cristiani d’Iraq
di Nirmala Carvalho
Suor Mary Joseph, carmelitana a Mumbai, racconta la festa di Nostra Signora del Monte Carmelo. Proveniente da una famiglia di devoti bramini, la religiosa sottolinea l’importanza del dialogo tra le religioni e sulle richieste di intercessione alla Vergine afferma: “Anche i musulmani che riconoscono Maria dovrebbero farlo”.
Mumbai (AsiaNews) - “Quando ho ricevuto le notizie delle bombe contro le chiese in Iraq ho intensificato la mia preghiera a Nostra Signora del monte Carmelo che è la nostra patrona. Anche i musulmani che riconoscono Maria dovrebbero farlo”. Suor Mary Joseph, all’anagrafe Radha Krishnan, da oltre 30 anni vive nel monastero delle carmelitane scalze di Mumbai, ad Andheri East (nella foto). Nel convento di clausura giungono le notizie di quel che accade nel mondo e le suore pregano la Vergine perché interceda per chi affida loro un’intenzione personale, per le persone care o per i dolori delle popolazioni del mondo.
Il 13 luglio, nella festa dedicata alla Madonna del Monte Carmelo, suor Mary ha ricordato in modo particolare i cristiani iracheni ed il Santo Padre, appena partito per il periodo di riposo in Valle d’Aosta.
Parlando con AsiaNews la religiosa spiega di sentirsi vicina in modo particolare alla comunità dell’Iraq. Lei che proviene da una famiglia di devoti indù della casta dei Iyer, la più alta e nobile dei bramini, conosce il valore del dialogo tra le religioni e l’importanza di una pacifica convivenza tra le comunità delle diverse fedi. La sua India vive il dolore delle discriminazione e delle violenze contro i cristiani nell’Orissa ed anche per questo le notizie degli attentati a Mosul, nel giorno della festa dedicata alla Madonna del Monte Carmelo, l’hanno trovata pronta a “chiedere l’intercessione della Vergine e di Sant’Elia”.
“Il dialogo interreligioso è di fondamentale importanza per la nostra società. In India - afferma suor Mary - il rapporto tra indù è cristiani è essenziale perché serve ad approfondire la mutua conoscenza e ad eliminare gli equivoci e le opinioni errate che esistono verso il cristianesimo. Per noi l’impegno nel dialogo è decisivo anche per documentare la nostra fede in Gesù e per verificare se davvero siamo in ascolto di come lo Spirito opera nelle altre religioni”.
Ciò che vale in l’India vale anche in Iraq. Afferma la suora di clausura: “Cristianesimo e islam sono religioni monoteistiche che riconoscono Abramo come padre della fede. Il Santo Padre è molto interessato al rafforzamento del dialogo tra le due religioni, ma reciprocità e fiducia devono prevalere nel nostro dialogo”.
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