Dalit di tutte le religioni appoggiano i fuori casta cristiani e musulmani
New Delhi (AsiaNews) Gruppi di dalit buddisti, sikh e indù appoggiano con forza la richiesta di uguali diritti per i "fuori casta" cristiani e musulmani. In un convegno svoltosi ieri a New Delhi, vari gruppi che si battono per i diritti degli "intoccabili" hanno chiesto che i dalit convertiti all'islam e al cristianesimo non perdano i benefici che lo stato riserva ai fuori casta.
Il problema è molto vivo. Il mese scorso la Corte suprema indiana ha accettato di rivedere una norma che proibisce a cristiani e musulmani "intoccabili" di godere di benefici economici, e di facilitazioni nell'assunzione in uffici pubblici. Tali benefici sono invece garantiti a dalit indù.
L'incontro di ieri, dal titolo "C'è libertà religiosa e protezione legislativa per i dalit?", era promosso dal Vaikalpik Dalit Muslim Kendra, dall'All India Pasmanda Muslim Samaj, dalla Commissione Giustizia e Pace dell'arcidiocesi di New Delhi, dall'All India Christian Council .
Il presidente del Justice Party Udit Raj ha dichiarato che la scelta di professare una religione è "un diritto umano fondamentale" e ciò non deve essere negato ai dalit. "L'India è una democrazia" ha scandito Udit, che è buddista, "e a tutti i cittadini, in particolare i più deboli, non deve essere tolto il diritto di scegliere la propria religione. Lo Stato non può fare discriminazione fra i suoi abitanti in base all'appartenenza religiosa".
Secondo Jaspal Singh, noto scrittore intervenuto al convegno, "la discriminazione verso i dalit supera le frontiere religiose". Egli ha riferito che in Punjab si sono verificate alcuni casi in cui i defunti sikh fuori casta sono stati cremati in modo separato dagli altri fedeli.
Anche gli intoccabili musulmani per bocca del loro leader Ali Anwar hanno lanciato una campagna per vedersi riconosciuti i propri diritti.
John Dayal, presidente dall'All India Catholic Union, ha definito "una tragedia" i rimasugli della mentalità discriminatoria verso i dalit, ancora annidati anche nelle comunità cristiane. Dayal ha sottolineato però il grande impegno della Chiesa cattolica verso i dalit, in particolare nel campo dell'educazione e dello sviluppo sociale. "Quello che vogliamo" ha sottolineato Dayal "è la liberazione da tutte le ingiuste discriminazioni compiute a causa della religione".
L'attivista cattolico ha inoltre affermato che il concetto di "intoccabili" è un morbo "umiliante e vergognoso" causato da un antico pregiudizio che non scompare neppure se un dalit cambia religione. Egli ha chiesto l'introduzione di quote professionali riservate ai dailit anche nel settore privato. (LF)