Dalai Lama: Pechino liberi Liu Xiaobo e tutti gli altri dissidenti
Il premio è “il riconoscimento della comunità internazionale delle sempre più crescenti voci tra il popolo cinese che chiedono con forza riforme costituzionali, politiche e di giustizia”. La liberazione del Nobel per la pace chiesta per ora anche da Francia e Germania. Messaggio di felicitazioni dall’Unione europea e dall’Italia. La moglie ringrazia tutti coloro che hanno dato sostegno al dissidente.
Mumbai (AsiaNews) – Felicitazioni a Liu Xiaobo e richieste al governo cinese di liberare il dissidente vincitore del Nobel per la pace segnano le prime reazioni del mondo. Il Dalai Lama, che nel 1989 ha avuto lo stesso premio, in un messaggio lancia un appello al governo cinese “perchè liberi Liu Xiaobo e tutti gli altri prigionieri di coscienza che sono in carcere solo per aver esercitato la loro libertà di espressione”. La stessa richiesta è stata avanzata, per ora, da Francia e Germania. “Il governo tedesco – ha dichiarato il portavoce del governo di Berlino, Steffen Seibert - auspica che Liu Xiaobo sia presto liberato per poter ricevere di persona il premio”, mentre il ministro degli esteri francese Bernard Kouchner, in una dichiarazione ha affermato che “la Francia, come l’Unione europea ha espresso fin dall’arresto la sua preoccupazione e ha chiesto a più riprese la sua liberazione.
Messaggi di felicitazioni sono già arrivati dall’Unione europea, dalla Norvegia e da associazioni come Amnesty International. Nel suo messaggio di congratulazioni, il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, sottolinea che “è un forte messaggio di sostegno a tutti quelli che nel mondo, spesso con grandi sacrifici personali, stanno lottando per la libertà e i diritti umani”. “Questi valori sono alla base dell’Unione europea e la decisione del comitato del Premio Nobel ne evidenzia l’importanza in tutto il mondo”. Anche per il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, il Nobel per la Pace a Liu Xiaobo è un premio a quanti nel mondo “lottano per la libertà e i diritti della persona”. Per Amnesty International, il Nobel “è un riconoscimento importante. Speriamo che terrà accesi i riflettori sulla lotta per le libertà fondamentali e per i diritti umani per cui Xiaobo e altri attivisti cinesi si battono. Il premio tuttavia potrà fare davvero la differenza se stimolerà una maggiore pressione internazionale per ottenere il rilascio di Xiaobo e degli altri attivisti in carcere solo per aver esercitato il loro diritto alla libertà d’espressione”.
Nel chiedere il rilascio del dissidente, il Dalai Lama scrive che il premio è “il riconoscimento della comunità internazionale delle sempre più crescenti voci tra il popolo cinese che chiedono con forza riforme costituzionali, politiche e di giustizia”. “Auspico – prosegue il leader spirituale tibetano - che negli anni a venire, le future generazioni cinesi potranno godere dei frutti degli sforzi che i cinesi del presente stanno compiendo per ottenere un governo responsabile”. “Credo – conclude - che le recenti dichiarazioni del premier cinese Wen Jiabao in merito al fatto che la libertà di parola sia indispensabile per qualsiasi nazione o popolo che desidera democrazia e libertà, siano il riflesso di una crescente volontà per una maggiore apertura della Cina. Le riforme possono solo portare ad un armoniosa, stabile e prosperosa Cina, in grado di contribuire grandemente ad un mondo più pacifico”.
A ringraziare per il Nobel ha pensato Liu Xia, moglie del dissidente. “Sono talmente contenta – ha detto - che non so che dire. Voglio ringraziare tutti per il loro sostegno a Liu Xiaobo, voglio ringraziare il Comitato per il Nobel, Vaclav Havel, il Dalai Lama e tutti quelli che lo hanno sostenuto”
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