Dal governo di Hong Kong 4,9 miliardi di euro per salvare Cathay Pacific
La compagnia aerea ha perso 510 milioni di euro per effetto della pandemia. In ballo c’è la tutela di 330mila posti di lavoro e il ruolo della città come hub aeroportuale nella regione. La domanda mondiale nel settore è crollata del 94,3% ad aprile. Aiuti ai vettori nazionali anche dai governi di Stati Uniti, Germania e Italia.
Hong Kong (AsiaNews) – Il governo cittadino mette in campo 40 miliardi di dollari locali (HKD, pari a 4,9 miliardi di euro) per salvare Cathay Pacific, il principale vettore aereo di Hong Kong, duramente colpito dagli effetti della pandemia di coronavirus. In cambio, l’amministrazione della città riceverà una quota di partecipazione azionaria e due posti (da osservatore) nel consiglio di amministrazione. Lo ha dichiarato oggi Patrick Healy, presidente della compagnia.
Swire Pacific, Air China e Qatar Airways, i principali azionisti, hanno dato luce verde all’intervento dell’esecutivo di Carrie Lam. È la prima volta che le autorità di Hong Kong iniettano denaro in un’azienda privata in modo diretto.
In ballo c’è la tutela di 330mila posti di lavoro, minacciati dalla crisi pandemica, e il ruolo di Hong Kong come hub aeroportuale nella regione. Gli aerei di Cathay Pacific (238 in totale) occupano il 50% degli slot dell’aeroporto cittadino. Lo scorso anno, essi hanno trasportato oltre 35 milioni di passeggeri, producendo profitti per 107 miliardi HKD (12,2 miliardi di euro).
Nei primi quattro mesi del 2020, la compagnia aerea ha perso 4,5 miliardi HKD (510 milioni di euro). L’industria del settore è entrata in crisi a febbraio, dopo che la stragrande maggioranza dei Paesi ha chiuso i cieli e interrotto i collegamenti con l’estero per contenere la propagazione del Covid-19.
Secondo l’Organizzazione internazionale per il trasporto aereo (Iata), la domanda mondiale nel settore è crollata su base annua del 94,3% ad aprile. A fine maggio, i voli giornalieri sono cresciuti del 30% rispetto al picco negativo del mese precedente; la Iata stima che il traffico tornerà ai livelli pre-emergenza solo nel 2023.
Finora nel mondo sono sette le compagnie aeree che hanno dichiarato bancarotta o hanno sospeso le proprie attività. In Asia, Thai Airways affronterà una procedura di fallimento pilotato per i prossimi cinque anni.
A parte Hong Kong, altri governi sono corsi in soccorso delle proprie compagnie nazionali. Gli Usa hanno stanziato aiuti per 44,3 miliardi di euro; il gruppo Lufthansa si è assicurato 11 miliardi di euro dai governi dei Paesi (Germania, Austria, Svizzera e Belgio) dove hanno sede i propri vettori; Alitalia dovrebbe ottenere sussidi governativi pari a 3 miliardi di euro.
12/06/2020 12:13
05/10/2020 09:01