Dal chimico all’edilizia, le zone economiche speciali feudo del clan Nazarbaev
Un’inchiesta giornalistica vuole far luce sulle 14 Sec del Paese. All’interno le compagnie, esentate da imposte e con numerosi privilegi, sono in gran parte riconducibili alla famiglia o “agli amici” dell’ex presidente. Investiti oltre 75 miliardi di euro per il loro sviluppo. La via del superamento delle antiche satrapie centrasiatiche è ancora lunga.
Mosca (AsiaNews) - Un’inchiesta di Azattyk ha cercato di far luce sulla situazione delle 14 “Zone economiche speciali” (Sez) del Kazakistan, in cui le compagnie residenti sono sollevate dal pagamento di un lunga lista di imposte e godono di numerosi privilegi. L’ultima verifica ufficiale delle Sez, che esistono da oltre 20 anni, è stato effettuata nel 2021, e aveva evidenziato molte violazioni; le ditte analizzate in queste zone sono state oltre 300, molte delle quali sono legate alle famiglie più potenti del Paese, a partire da quella dell’ex-presidente Nursultan Nazarbaev.
Le compagnie delle Sez dovrebbero stimolare la crescita della produzione e dell’economia, moltiplicare posti di lavoro, attrarre investimenti e uso delle nuove tecnologie, aiutando lo sviluppo economico e il miglioramento della qualità della vita di tutti gli abitanti. La loro attività è regolata dall’apposita legge “Sulle zone speciali e industriali”, e si è cominciato a individuarle dal 2001, fino a raggiungere l’attuale numero di 14. Secondo i dati del ministero dell’Industria di Astana, sono registrate in queste zone oltre 900 aziende, di cui 325 presentano espliciti progetti industriali, e altre 364 sono “in via di realizzazione”.
Allo sviluppo di queste infrastrutture lo Stato ha destinato finora oltre 370 miliardi di tenge, circa 75 miliardi di euro, presi per lo più dal Fondo nazionale “per le future generazioni” e costituito dai guadagni accumulati con la vendita all’estero delle risorse minerarie. Sul sito del Centro kazaco per l’industria e l’esportazione QazIndustry, le ditte residenti nelle Sez sono in gran parte riferite al cognato di Nazarbaev, il marito della sua seconda figlia, Timur Kulybaev, e fanno capo ai consorzi Kipros e Joint Technologies.
Nella regione di Žambil la Sez locale è chiamata “Parco chimico di Taraz” e vi agisce soprattutto la s.r.l. Qazsugar Co, al cui interno sta realizzando un vasto progetto attorno alla fabbrica di produzione di zucchero. Si tratta di un ramo della Kipros di Kulybaev, affiancato dall’ex-presidente dell’Aeroporto di Almaty, Dauren Erdebaj, dopo che lo stesso cognato di Nazarbaev aveva venduto nel 2020 l’85% delle azioni dell’aeroporto a una holding turca.
La produzione di zucchero, secondo il piano di Taraz, dovrebbe venire dopo l’industria chimica, di resine e plastica, di minerali e attrezzature chimiche, mentre tutti i fondi della Sez (91 miliardi di tenge) sono destinati allo zucchero dal 2021, con un piano da 8mila tonnellate al giorno. Il finanziamento doveva essere erogato dalla Banca di sviluppo del Kazakistan, che a maggio del 2022 ha però rifiutato di dare soldi ai parenti dell’ex-presidente, sull’onda della de-nazarbaevizzazione decisa dal presidente Kasym-Žomart Tokaev. Il progetto, tuttavia, non si è arenato, trovando nuovi investitori non esplicitati nei piani di sviluppo, forse riconducibili alla Cina.
Kulybaev agisce da protagonista anche in altre Sez del Paese, come in quella di Pavlodar, dove ha la facoltà di assumere personale straniero senza sottostare a permessi e quote nella fabbrica di fusione del coke petrolifero, una procedura finalizzata alla produzione di alluminio. Insieme al “grande cognato” agisce Radušan Sagdieva, figlia del presidente dell’ultimo Soviet kazaco dei tempi dell’Urss, Maktaj Sagdiev, compagno d’avventura di Nazarbaev nel passaggio al nuovo Kazakistan. Anche qui sono in gioco fondi notevoli, circa 23 miliardi di tenge, e l’azienda è attiva fin dal 2015.
Le attività di Kulybaev e dell’intero clan di Nazarbaev non si fermano qui. In altre Sez sono presenti rappresentanti di altre famiglie vicine al potere presidenziale negli ultimi trent’anni, come in quella di “Astana Città nuova” nella capitale, un progetto edilizio che da 10 anni non paga un centesimo di tasse sui terreni. Esso è affidato a Mukhamed Izbastyn, nipote dell’attuale presidente Tokaev, insieme a Dmitrij Dedov, figlio di Evgenij, nominato in tempi sovietici “il più grande energetico di Russia”. Anche la figlia minore di Nazarbaev, Alija, domina con la sua Green Future Management Ltd la scena del business del riciclo ecologico nella regione di Astana; la via del superamento delle antiche satrapie centrasiatiche è ancora molto lunga.
03/01/2024 08:45