Dai cattolici di Karachi "pachetti famiglia" per i terremotati
Mons. Pinto elogia i giovani impegnati negli aiuti: "Lavoro splendido, contribuirà ad alleviare le sofferenze dei superstiti".
Karachi (AsiaNews) Continua incessante la solidarietà dei cattolici del Pakistan a favore dei terremotati, mentre il bilancio ufficiale dei morti è salito ieri a 74 mila. Il 1 novembre è stata una giornata all'insegna della generosità nell'arcidiocesi di Karachi, dove si è raccolto materiale di soccorso per il valore di 5 milioni di rupie.
Durante un precedente incontro tra parrocchie e istituti cattolici nella diocesi, il vicario generale, p. Arthur Charles, aveva chiesto ai giovani di impegnarsi negli aiuti e a tutte le organizzazioni di spedire i beni raccolti al campo principale.
Seguendo questo invito, i fedeli sono accorsi davanti alla cattedrale di San Patrizio e all'esterno vi hanno allestito un grande centro di raccolta aiuti. Davanti alla chiesa sono arrivati medicinali, cibo, vestiti, coperte e acqua per il valore di 3 milioni di rupie (circa 42 mila euro). Più di 50 volontari hanno poi diviso tutto il materiale in "pacchetti famiglia", ognuno contenente il sostentamento necessario a una famiglia per una settimana.
Per la festività del 1 novembre, mons. Evarist Pinto, arcivescovo di Karachi, ha presieduto una messa nella cattedrale; subito dopo si è tenuta una preghiera speciale ed è stato benedetto il materiale raccolto. Questo è stato poi inviato a Rawalpindi, dove l'esercito pakistano penserà a distribuirlo secondo i piani stabiliti per le operazioni di soccorso.
Anche le scuole cattoliche hanno fatto la loro parte con una colletta di 2 milioni di rupie (intorno ai 28 mila euro). Il tutto è stato versato sul Fondo istituito dal presidente del Pakistan per gli aiuti ai terremotati.
Mons. Pinto ha elogiato gli sforzi della comunità cattolica dell'arcidiocesi. "I giovani hanno fatto un lavoro splendido ha detto il presule il loro impegno, determinazione e devozione alla causa aiuteranno ad alleviare le sofferenze dei superstiti al sisma".