29/10/2007, 00.00
VATICANO – ORTODOSSI
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Da Ravenna “una base solida” per il dialogo tra cattolici e ortodossi

Padre Dimitri Salachas, docente di diritto canonico alla Pontificia università gregoriana e membro cattolico della Commissione spiega ad AsiaNews i pnti sui quali si è registrato l'accordo e quelli dove le posizioni restano distanti. La questione dell'assenza del Patriarcato di Mosca.
Roma (AsiaNews) – Rappresenta “una base solida per il futuro del dialogo” il documento finale del lavoro svolto a Ravenna dalla commissione teologica mista tra ortodossi e cattolici, che si è svolto regolarmente, malgrado il ritiro della delegazione del Patriarcato di Mosca, a causa della presenza della Chiesa estone, che loro non riconoscono. Ciò non ha dunque impedito “significativi progressi” a giudizio di padre Dimitri Salachas, docente di diritto canonico alla Pontificia università gregoriana e membro cattolico della Commissione.
 
“Nel documento finale – padre Salachas spiega ad AsiaNews - si fa cenno tra l'altro al fatto che il vescovo di Roma, avendo il primato di amore, come esso fu definito da Ignazio di Antiochia, era il primo, secondo l’ordine dei 5 patriarcati (Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, era la pentarchia). C’è disaccordo però tra cattolici e ortodossi sull’interpretazione da dare alle competenze del vescovo di Roma, come primo nella gerarchia, durante il primo millennio della chiesa universale unita. La collegialità, come essa fu esercitata nel primo millennio, comprende un ruolo attivo del vescovo di Roma, che però presume la condiscendenza degli altri patriarchi, perché una decisione possa assumere un carattere ecumenico. Dal punto di vista storico, l’opinione delle due Chiese converge sulla posizione che aveva il vescovo di Roma durante il primo millennio tra la pentarchia, ma l’evoluzione storica e la formazione dogmatica del primato del papa nel secondo millennio in occidente sono sconosciuti nella Chiesa orientale e di conseguenza non sono accettatati, in quanto considerati estranei alla tradizione della Chiesa universale”.
 
Sembrano posizioni piuttosto distanti.
 
Credo che queste questioni non sono insuperabili, se ambedue sono viste sotto il prisma della collegialità. Non si intende un sinodo di vescovi senza un primus, come pure non si intende un primus senza un sinodo. D’altra parte la Chiesa di Roma è alla ricerca di nuove forme di esercizio dell’autorità del vescovo di Roma, accettate da tutti dentro e fuori della Chiesa cattolica. Forse questo può contribuire al dialogo. Occorre inoltre rendere chiaro che il primato del Papa è per la Chiesa cattolica una questione anche teologica, basata in altre parole sul Nuovo Testamento. Ma credo che anche questo si può superare se viene visto nel significato della collegialità apostolica.
 
Il Patriarcato di Mosca sostiene che la sua mancata partecipazione ai lavori toglie valore ad ogni decisione della Commissione.
 
L’assenza dei russi credo probabile porti delle complicazioni, ma d’altra parte è stato pure da tutti accettato che la non partecipazione di una Chiesa ortodossa, non costituisce ostacolo per il prosieguo del dialogo. Per la storia va ricordato che la Chiesa estone fu resa autonoma da Costantinopoli nel 1923 e fu annessa al Patriarcato di Mosca nel 1945, dopo l’occupazione sovietica dell’Estonia, e senza l’assenso di Costantinopoli.
 
Mosca polemizza anche con Costantinopoli sostenendo che il Patriarcato ecumenico mira ad assumere un ruolo “papale” nell’ortodossia.
 
Nella tradizione canonica sinodale e nella mentalità culturale d'oriente non c’è mai stato un modello di centralizzazione dell'autorità ecclesiastica. Le prerogative nell'ordine e nell'onore attribuite alla sede patriarcale costantinopolitana è stata però sempre riconosciuta sin dai primi concili ecumenici da tutte le Chiese ortodosse di tradizione bizantina. Infatti anche nei Dittici liturgici vengono commemorati tutti i Patriarchi e Capi delle Chiese autocefale ortodosse con a capo "l'Arcivescovo di  Costantinopoli, Nuova Roma e Patriarca Ecumenico". Ovviamente ci sono state nel Patriarcato Ecumenico e in tutte le altre Chiese ortodosse delle personalità di grande prestigio che hanno servito, specie in momenti particolari della storia dell'ortodossia, l'unità e la testimonianza panortodossa. (NT)
 
FOTO: Credit CPP
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