C’è polemica per la prima vittima di influenza suina in India
Mumbai (AsiaNews) – C’è preoccupazione ma soprattutto infuria la polemica per la morte della quattordicenne Riya Sheikh, prima vittima indiana per l’influenza H1N1, morta a Pune la sera del 3 agosto. Due settimane fa i genitori l’avevano fatta visitare da un medico e solo una settimana fa è avvenuto il ricovero nel prestigioso ospedale Jehangir. I media si chiedono come mai la malattia sia stata diagnosticata solo il 31 luglio, nonostante l’allerta in atto da mesi per il morbo.
I media riferiscono che la ragazza è stata ricoverata in ospedale il 26 luglio ma solo il 29 i suoi campioni sono stati inviati a un centro per le analisi e solo dal 30 luglio è stata curata con farmaci specifici come il Tamiflu e l’Oseltamivir. Ma ormai il suo stato era già grave.
Ora Asif Lampwala, legale della famiglia, accusa i sanitari di “grossolana negligenza” e annuncia denunce e azioni di risarcimento.
Le autorità sanitarie, a loro volta, annunciano un’inchiesta per sapere perché l’ospedale non abbia subito informato le autorità centrali sulla possibilità del contagio, come prescritto da precise direttive.
Il Capo segretario alla Salute Sharvari Gokhale assicura comunque che la situazione è sotto controllo e “non ci sono ragioni di allarme”.
In India sono stati segnalati contagi a Mumbai, nella località turistica di Panchgani nel distretto di Satara, a Thane e a Nashik. Si stimano esserci 500 malati di H1N1, di cui 150 nel solo stato di Maharashtra e 105 a Pune, dove sono attuate misure eccezionali di prevenzione: obbligo di ricovero in ospedale per chi mostra i sintomi, isolamento.