Custode di Terra Santa : impossibile distinguere tra Hamas e palestinesi
In un'intervista ad AsiaNews Padre Pizzaballa commenta l'iniziativa israeliana di congelare i fondi all'Anp, dopo l'insediamento del nuovo governo: creerà serie difficoltà ai palestinesi, anche se Israele assicura di non voler colpire la popolazione. Voci da Betlemme: "Ci aspettiamo tempi duri", nessuna fiducia sull'aiuto dei Paesi arabi.
Gerusalemme (AsiaNews) La distinzione predicata da Israele tra Hamas e palestinesi è impossibile, le iniziative israeliane colpiscono in modo diretto la popolazione, che guarda disillusa al futuro. Così, in sintesi, il commento del custode di Terra Santa, il francescano p. Pierbattista Pizzaballa, sulla decisione israeliana di bloccare i fondi fiscali e doganali mensili all'Autorità nazionale palesatine (Anp). Intervistato da AsiaNews il francescano parla delle ripercussioni sulla società palestinese ormai "disillusa" e fissa al 28 marzo - data delle elezioni israeliane - il momento dopo il quale sarà possibile avere una visione più realistica dell'evolversi della situazione.
Pizzaballa è sicuro: "L'iniziativa di Israele creerà effettivi problemi e difficoltà alla popolazione, anche se le autorità israeliane continuano a garantire la distinzione tra Hamas e palestinesi". "Il governo israeliano - aggiunge - ha già detto che irrigidirà i passaggi dall'Anp ad Israele e questo costituirà un ulteriore ostacolo per i lavoratori". Inoltre il congelamento dei fondi "bloccherà gran parte degli stipendi e pagamenti per quel che rimane dell'amministrazione palestinese. L'annunciata distinzione tra Hamas e popolazione mi sembra molto difficile da attuare".
Proprio stamattina il custode ha avuto un incontro "riservato" al ministero della Difesa israeliano su "libero movimento dei pellegrini, accessi e Muro" in Terra Santa. "Gli israeliani - riferisce - dicono che sono molto disponibili e comprensivi nei confronti della popolazione palestinese, ma non possono discutere con Hamas: è una situazione ancora molto, molto incerta".
Secondo il custode, "queste iniziative forti di Israele sono dettate molto anche dalla necessità di propaganda interna". Le elezioni del 28 marzo in Israele, quindi , "costituiscono un momento importante per valutare la futura evoluzione dei rapporti tra le due parti".
Pur senza allarmismi, p. Pizzaballa avverte però che "c'è una mancanza totale di dialogo e se continuasse così, le cose si metterebbero male". Per questo il francescano è convinto che "prima o poi si dovrà venire a patti, ma prima del 28 marzo forse non assisteremo a miglioramenti".
P. Pizzaballa riferisce poi delle reazioni tra la gente comune: "Sia israeliani che palestinesi, sono profondamente disillusi; quello che più si sente dire è 'aspettiamo e vediamo'".
Voci da Betlemme raccontano ad AsiaNews che "la situazione è pericolosa, tutti si aspettano tempi duri". Un palestinese, che ha chiesto l'anonimato, riferisce "l'angoscia" della popolazione. "Abbiamo paura che Israele diventi ancora più rigido non solo sulla questione economica, ma anche dei passaggi; ci aspettiamo tempi duri e un aggravamento della disoccupazione".
La stessa fonte ha poi espresso perplessità sulle recenti dichiarazioni del futuro premier designato di Hamas, Ismail Haniyeh, convinto di aver "numerose alternative ad Israele", con riferimento agli aiuti promessi da Lega araba e paesi islamici. "Siamo scettici su queste promesse: il problema è non solo quello di mantenerle, ma anche di fare materialmente arrivare i soldi. Israele controlla tutto e se vuole potrebbe impedire anche l'arrivo di questo denaro".
Intanto proprio la Lega Araba oggi ha reso noto di non poter finanziare l'Anp, perché "non dispone di fondi sufficienti". Diversi Stati membri, infatti, non hanno fornito i fondi necessari per fornire ogni mese all'Anp i 50 milioni di dollari congelati dal Israele.