Cure aiurvediche per i malati di Aids
di Melani Manel Perera
Il ministro per la medicina tradizionale illustra al parlamento i risultati delle cure aiurvediche. Oltre alle persone affette da HIV, anche i malati di cancro, asma e insufficienza renale traggono benefici dalla cure applicate secondo una tradizione millenaria molto diffusa nel Paese.
Colombo (AsiaNews) – Il ministro per la medicina indigena dello Sri Lanka, Tissa Karaliyadda ha annunciato che tre malati affetti da Aids hanno riacquisito il loro sistema immunitario attraverso un trattamento aiurvedico.
La notizia è stata comunicata in parlamento il 3 dicembre in occasione del Committee Stage Debate del dicastero durante il quale il ministro ha presentato diversi ambiti di cura in cui i trattamenti aiurvedici stanno portando risultati significativi (nella foto l’applicazione dello Shirovasti, cura per le paralisi facciali e i dolori alla testa).
Le cure aiurvediche si svolgono di norma in due fasi: la prima prevede la purificazione dell'organismo con una serie di trattamenti igienici e di rigenerazione tramite l’applicazione di oli, erbe e massaggi. La seconda fase interviene sulla malattia o la disfunzione fisica per mezzo di farmaci naturali, integratori alimentari, regole dietetiche e di comportamento.
Il caso delle tre persone affette da HIV rientra in un programma lanciato dal Bandaranaike Memorial Research Institute (Bmari) rivolto ad un numero complessivo di cinque persone.
Lo Sri Lanka vanta una lunga tradizione nel campo della cosiddetta medicina indigena. Sin dal 1929 è operativo nell’isola un ospedale pubblico in cui si applicano cure aiurvediche e numerosi sono i centri in cui si eseguono trattamenti ispirati al Desheeya Chikitsa, un sistema di terapie in cui sono riunite le millenarie tradizioni Ayurveda e Sidddha dell’India con l’Unai, proveniente della cultura araba.
Oltre al caso dei risultati ottenuti con i pazienti affetti da HIV, il ministro ha riferito al parlamento anche sull’incidenza delle cure tradizionali sulle persone affette da insufficienza renale.
Il ministro ha posto particolare attenzione sulle cause di questi scompensi nelle zone secche del Paese dove per lungo tempo è stato fatto uso di fertilizzanti chimici e insetticidi. Stando alle analisi del ministero il grande contenuto di fluoruro nell’acqua potabile è un aggravante del problema.
Tissa Karaliyadda ha comunicato al parlamento di aver distribuito 68mila pentole d’argilla tra la popolazione del distretto di Anuradhapura per purificare l’acqua. Nel contempo ha invitato i ministeri competenti ad istituire un impianto idrico suppletivo a Padaviya.
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