Crollo di Dubai: a rischio 250mila lavoratori migranti filippini
Manila (AsiaNews) – Per il crollo di Dubai oltre 250mila lavoratori migranti filippini residenti nell’emirato, rischiano di perdere il lavoro e di essere imprigionati per non poter pagare i debiti. È quanto afferma in una nota Susan Ople, responsabile della Blas F. Ople Policy Center, ong attiva nella tutela dei migranti.
“Per combattere la crisi molte compagnie licenziano il personale e riducono i salari - continua la Ople – l’alto costo della vita ha costretto molti filippini ha chiedere prestiti alle banche locali. Essi non riescono a pagare i debiti e nell’emirato questo è un reato”. Secondo l’ambasciata filippina ad Abu Dhabi molti migranti sono già stati incarcerati. Per altri è invece impossibile lasciare il Paese.
Secondo cifre ufficiali i filippini residenti negli Emirati sarebbero in realtà 350mila, metà di questi a Dubai. Circa l’80% della forza lavoro di Dubai è composta da stranieri e i filippini rappresentano una delle maggiori comunità. La maggior parte di loro è impegnata nel settore del turismo, uno dei primi ad essere investito dalla crisi.
“La paura di perdere il lavoro a Dubai o altrove avrà conseguenze devastanti sulle famiglie dei migranti – afferma p. Arsie Lumiques professore del Jesuit Ateneo di Manila – il governo filippino deve prendere rapide misure per avviare nuove opportunità di lavoro nel Paese per poter reintegrare chi rimpatria e frenare le partenze”.
A causa della disoccupazione ogni giorno partono dalle Filippine oltre 2mila persone. In totale sono circa 10 milioni i lavoratori residenti all’estero, molti di loro in condizioni di clandestinità. Le loro rimesse annuali ammontano a miliardi di euro.