03/08/2009, 00.00
GIAPPONE
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Crollano le buste paga in Giappone: -7,1% a giugno

La diminuzione dei redditi da lavoro dipendente si ripercuote sui prodotti al consumo e causa spinte deflattive. Ora c’è il timore che la ripresa economica, annunciata come imminente, sia ben oltre l’orizzonte.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – I redditi da lavoro dipendente sono diminuiti del 7,1% a giugno rispetto al giugno 2008, massima diminuzione da 20 anni. Esperti temono pesanti ricadute sul consumo interno, con aumento dei rischi di deflazione.

Il ministero del Lavoro ha detto che la caduta della busta paga è stata il triplo rispetto a maggio e il record negativo dal 1990. Il dato era quasi atteso, dopo che a giugno la disoccupazione è aumentata del 31,3% (+ 831mila) rispetto al giugno 2008, giungendo a 3,48 milioni di disoccupati (il 5,5% della forza lavoro). Conseguenza anche del progressivo massiccio taglio dei posti di lavoro in compagnie leader come Nissan, Sony e Sharp.

Ma il dato è elevato e suscita timori sull’effettiva possibilità di una ripresa dell’economia già all’inizio del 2010, come previsto dalla centrale Banca di Giappone. Nel Paese c’era stato un cauto ottimismo dopo che la produzione industriale nel secondo trimestre 2009 aveva registrato un pur modesto aumento dello 0,4%, dopo la contrazione del 3,8% del primo trimestre.

La stessa BdG ha previsto che la deflazione durerà fino al metà 2011.

La massiccia perdita di posti di lavoro e l’incertezza per il futuro causano una progressiva contrazione del consumo interno: a luglio i prezzi dei prodotti al consumo, esclusi gli alimentari, sono diminuiti dell’1,7% rispetto a un anno prima. Il consumo interno copre circa il 60% del Prodotto interno lordo e tutti concordano che non ci potrà essere un’effettiva ripresa economica senza il sostegno del consumo interno.

Masamichi Adachi, esperto della JPMorgan Securities a Tokyo, prevede che “questa situazione causa maggiore pressione al ribasso sui prezzi, la deflazione peggiorerà per il 2010. Gli interventi della Banca centrale non potranno modificare questa situazione”.

A luglio la BdG ha acquistato titoli delle banche per evitare che ne crollasse il valore e concesso alle banche finanziamenti a lungo termine all’interesse di appena lo 0’1%.

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