Crolla il soffitto di una fabbrica di scarpe in Cambogia, sei morti e 11 feriti
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - È salito a sei il bilancio delle vittime del crollo del soffitto in una fabbrica di scarpe di Kampong Speu, cittadina dell'omonima provincia nel sud della Cambogia. L'incidente è avvenuto nelle prime ore della mattinata e ha causato anche il ferimento di 11 persone; parte del rivestimento ha ceduto ed è finito addosso a un gruppo di operai intenti a lavorare. I soccorritori sono tuttora impegnati nelle operazioni di recupero dei superstiti tra le macerie; al momento del crollo, all'interno dell'edificio erano presenti un centinaio di dipendenti.
Dave Welsh, direttore per la Cambogia di American Centre for International Labour Solidarity (Acils), sottolinea che "la fabbrica è di ampie dimensioni" e non è possibile fornire al momento cifre definitive sulle vittime. Mancano all'appello ancora diversi operai e non è da escludere che, nelle prossime ore, il bilancio si possa fare più pesante.
L'azienda sarebbe di proprietà di un imprenditore taiwanese e, secondo alcuni, produrrebbe abbigliamento sportivo - in particolare scarpe - per il marchio giapponese Asics. Dai primi rilievi emerge che la causa del crollo è da attribuire al carico eccessivo di prodotti stipati sul pavimento, tale da causarne il cedimento.
L'industria del vestiario è fra le più importanti della Cambogia ed è in cima alla lista per volume di esportazioni e manodopera impiegata. Essa fornisce lavoro a oltre mezzo milione di persone, su un totale di 14 milioni di abitanti; il salario minimo mensile è stato da poco ritoccato verso l'alto, passando da 61 dollari agli attuali 75. La grande maggioranza delle aziende produce vestiario e calzature per il mercato statunitense ed europeo.
Il crollo della fabbrica in Cambogia richiama alla mente il drammatico crollo della fabbrica in Bangladesh, che ha causato una vera e propria strage e scosso le coscienze di cittadini e produttori di tutto il mondo. Al centro della polemica il modello di sviluppo imprenditoriale del continente asiatico - sfruttato dall'Occidente - che costringe manodopera e operai a lavorare in condizioni disumane oltre che di estremo pericolo per l'incolumità fisica. Il crollo di una fabbrica-lager in Bangladesh è solo l'ultimo, terribile episodio, di una lunga serie di incidente.
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