Croci divelte e un orrendo omicidio: non va tutto bene per i cristiani siriani
A Damasco auto con scritte minacciose verso la minoranza. Ad Hama colpi di Kalashnikov contro l’arcivescovado greco-ortodosso. In un villaggio una coppia di anziani uccisi durante una “rapina” conclusa con l’uomo decapitato. Fonte di AsiaNews: nel mirino i greco-ortodossi perché considerati “vicini” ai russi. Le trappiste di A’zer: nella nostra zona c'è rispetto, ma aver svuotato le prigioni comuni sta creando problemi. Mons. Mourad: attenzione alle news sui social.
Milano (AsiaNews) - Un cimitero vandalizzato; colpi di pistola contro un arcivescovado con obiettivo la croce; scritte minacciose sulle vetture; una coppia uccisa in modo brutale, in circostanze misteriose. Quattro eventi che, pur non volendo generalizzare, costituiscono comunque un motivo di riflessione, e preoccupazione, per la minoranza cristiana in Siria; episodi che hanno caratterizzato queste giornate condite di speranze e incertezza, che seguono la cacciata del dittatore Bashar al-Assad e l’ascesa al potere dell’opposizione guidata dal gruppo Hay’at Tahrir al-Sham (Hts), un tempo affiliate al fronte di al-Nusra (ex al-Qaeda). In queste ore il leader del gruppo, intervistato dalla Bbc, ha peraltro “negato” di voler trasformare la Siria in un nuovo Afghanistan sottolineando che si tratta di realtà “diverse, con tradizioni differenti”.
Interpellata da AsiaNews riguardo questi episodi controversi, e dai contorni ancora poco chiari, avvenuti nei giorni scorsi una fonte istituzionale nella capitale - dietro anonimato - spiega: “Si tratta di attacchi che intendono colpire più la Russia, che i cristiani stessi. Partendo proprio dal fatto che sono stati presi di mira i greco-ortodossi, che sono il gruppo cristiano più vicino a Mosca, e che vanta un legame con gli ortodossi russi sin dal XVIII secolo”. “Del resto - prosegue la fonte - la Russia ha ucciso più musulmani siriano dello stesso Assad ed è stata Mosca ad aver attaccato e distrutot almeno il 50% delle case e degli edifici”. E non è un caso, conclude, che “le basi militari russe e i suoi uomini stiano lasciando la Siria, perché il nuovo regime non le accoglie”.
Tornando alla cronaca, l’episodio più cruento è avvenuto nei giorni scorsi nel villaggio greco-ortodosso di al-Jamasliyye, nella cosiddetta “Valle dei cristiani” (Wadi al-Nasara), compresa nel governatorato di Homs: una coppia di anziani cristiani, Samaan Satme ed Helena Khashouf, sono stati uccisi il 13 dicembre in modo brutale, con la decapitazione dell’uomo e il colpo esploso a sangue freddo contro la donna.
Dalle prime ricostruzioni sarebbe emerso il tentativo di rapina finito nel sangue, ma la versione non convince diversi esponenti della comunità locale ed è stata rilanciata sui social, soprattutto nelle pagine e nei gruppi più critici verso la nuova leadership in Siria. Al riguardo, si parla di omicidi avvenuti in modo analogo nella zona in passato e di chiara matrice religiosa e fondamentalista. Il rito funebre si è svolto il giorno successivo nella chiesa di san Simeone Stilita il Vecchio ad Haba.
Ad Hama, invece, si sono verificati già due diversi episodi che hanno fatto scattare più di un campanello di allarme: il 17 dicembre un cimitero cristiano locale, infatti, sarebbe stato assaltato - e vandalizzato come emerge nelle foto che pubblichiamo - da un gruppo armato di miliziani appartenenti alle milizie di Hay’at Tahrir al-Sham che hanno divelto le tombe e decapitato una statua della Madonna sebbene. Durante l’attacco sarebbero avvenuti anche dei saccheggi e l’abbattimento di diverse croci ma i danni potrebbero essere in realtà legati ai scontri e alle bombe piovute nell'area. In precedenza, una vettura anch’essa usata da miliziani Hts avrebbe esploso colpi di Kalashnikov contro la sede dell’arcivescovado greco-ortodosso di Hama, prendendo di mira in particolare la croce sulla facciata. Fonti locali aggiungono che il gruppo avrebbe poi fatto irruzione nella chiesa di san Giorgio, distruggendo alcune croci.
Ad AsiaNews mons. Jacques Mourad, arcivescovo di Homs, spiega che in questa situazione di incertezza sul presente e il futuro prossimo si rincorrono notizie false o non verificate, ma rilanciate dai social contribuendo a generare ancora più confusione e risentimento. In particolare sulle vicende di Hama, aggiunge, “è vero che due giovani hanno sparato verso la cattedrale, ma sono stati subito arrestati” mentre le croci del cimitero “sono andate distrutte dai bombardamenti”. “Non crediamo - conclude - a tutto quello che circola in rete”.
Infine, a Damasco si segnala un’automobile degli oppositori protagonisti della cacciata di Assad che circola con una scritta sul cruscotto che recita: “Il vostro appuntamento è vicino, o servi della croce”. Anche qui, non vi sono altri elementi per capire se si tratta di una minaccia reale.
Intanto, il blog cristiano “Ora Pro Siria” ha pubblicato un messaggio delle suore trappiste di A’zer, in cui affermano di stare “bene” e che, nella loro zona, “non ci sono troppe violenze e c’è abbastanza rispetto”. Tuttavia, “da altre parti ci sono situazioni più problematiche” ed è “un miracolo che nei primi giorni non ci sia stato più caos di così, anche se è un equilibrio molto precario. È veramente necessario che al più presto stabiliscano un servizio di polizia in tutte le parti, anche nelle periferie”. Per le religiose i nuovi vertici avrebbero commesso “due errori: vuotare non solo le prigioni politiche, ma anche quelle comuni, rilasciando ogni sorta di delinquenti, ed anche sciogliere tutta la polizia locale. Quindi per ora non ci sono forme complete di controllo”. Sul futuro, le trappiste affermano che “tutto dipenderà dal fatto che le promesse di uno Stato moderato e rispettoso delle varie minoranze siano mantenute oppure no”.
09/12/2016 11:25
06/12/2016 08:50
05/12/2016 08:50