05/04/2012, 00.00
LAOS
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Cristiani laotiani sfidano i divieti delle autorità e celebrano la Settimana Santa

Due comunità evangeliche della provincia meridionale di Savannakhet si sono radunate all’esterno delle chiese, sequestrate da tempo. Per Pasqua minacciano di rompere i sigilli se non verranno riaperti i luoghi di culto. Il governo ha bloccato gli ingressi per presunte irregolarità nei permessi di costruzione.

Vientiane (AsiaNews/Eda) - I cristiani laotiani sfidano i divieti delle autorità e officiano i riti legati alla Settimana Santa. Secondo quanto riferiscono gli attivisti di Human Rights Watch for Lao Religious Freedom (Hrwlrf), due comunità protestanti della provincia meridionale di Savannakhet si sono radunate davanti alle loro chiese - sequestrate da tempo - e hanno celebrato la Domenica delle Palme. Il fatto è avvenuto lo scorso primo aprile, ma è emerso solo ieri grazie alla denuncia del movimento a difesa della libertà religiosa in Laos. In un primo momento era circolata la voce che i fedeli avessero rotto i sigilli. Al contrario, le funzioni si sono svolte all'esterno dell'edificio; tuttavia, per la Pasqua essi promettono di rimuovere le catene se le autorità non restituiranno i luoghi di culto.

Il primo aprile la comunità cristiana evangelica di Kengweng si è riunita davanti alla chiesa, per celebrare la Domenica delle Palme e l'apertura della Settimana Santa. Sirikoon Prasertsee, direttore di Hrwlrf, riferisce che "i cristiani sono determinati a far sentire la loro voce", anche a costo di "farsi arrestare e imprigionare". Egli ha quindi precisato che - a differenza delle voci circolate in un primo momento - non sono stati spezzati i sigilli. Tuttavia, la prova di forza è rimandata alla Pasqua se le autorità non restituiranno l'edificio.

Una vicenda analoga si è registrata a Dongpaiwan, dove i fedeli hanno indetto una preghiera all'esterno della chiesa, sotto sequestro dal settembre scorso. Nella provincia di Savannakhet, teatro di una feroce repressione anticristiana, il governo ha bloccato - con il pretesto di presunte irregolarità nei permessi - e interdetto al culto tre chiese evangeliche: quella di Dongpaiwan nel settembre 2011, quella di Nadaeng il 4 dicembre e quella di Kengweng il 22 febbraio 2012.

Finora il governo laotiano non ha assunto una posizione ufficiale sulla richiesta di restituire i luoghi di culto. Intanto si moltiplicano gli appelli di ong e attivisti per i diritti umani, che si rivolgono alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite perché Vientiane rispetti la Convenzione Onu sui diritti dell'uomo, la Costituzione del Paese e il principio inalienabile della libertà religiosa. 

In Laos, nazione guidata da un regime comunista, la maggioranza della popolazione (il 67%) è buddista; su un totale di sei milioni di abitanti, i cristiani sono il 2% circa della popolazione, di cui lo 0,7% cattolici. I casi più frequenti di persecuzioni a sfondo religioso avvengono ai danni della comunità cristiana protestante: nel recente passato AsiaNews ha documentato i casi di contadini privati del cibo per la loro fede (cfr. AsiaNews 25/02/2011 Niente cibo per 65 contadini laotiani, finché non abbandoneranno il cristianesimo) o di pastori arrestati dalle autorità (cfr. AsiaNews 12/07/2011 Laos, allarme per la vita di due pastori protestanti in carcere da sei mesi).

 

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