Cristiani giapponesi: "Preoccupati dal nucleare, chiediamo una soluzione pacifica"
Tokyo (AsiaNews/Jcw) Il Consiglio cristiano nazionale del Giappone "esprime preoccupazione ed una forte protesta" per il test nucleare nordcoreano del 9 ottobre scorso, ma "invita il governo giapponese e la comunità internazionale a cercare una soluzione pacifica alla crisi e l'abolizione totale degli armamenti nucleari".
L'invito è contenuto in un documento pubblicato la settimana scorsa dal Consiglio, l'istituzione ecumenica che riunisce i cristiani giapponesi di tutte le denominazioni.
Nel testo si legge che "basandosi sulla nostra lunga storia di condanna dell'uso, possesso o costruzione di armi nucleari, rinnoviamo il nostro impegno per una denuclearizzazione di tutta l'Asia orientale e del mondo intero. Il nostro scopo è la totale abolizione delle armi nucleari, che deve avvenire il prima possibile".
Il Consiglio "prende atto del fatto che l'amministrazione Bush ha cambiato la sua politica estera, da una dialogica ad una nuova, che punta più sulla pressione" e per questo "esprime la sua preoccupazione davanti all'ipotesi che si possa scegliere l'opzione militare. Invitiamo il governo giapponese a persuadere Washington affinché non usi questi metodi, ma cerchi una soluzione pacifica".
Secondo suor Haruko Ishikawa, membro della Commissione cattolica Giustizia e pace, anche i vescovi stanno preparando un documento. La religiosa ricorda che il collegio episcopale giapponese "ha chiesto con costanza a tutte le nazioni, Stati Uniti ed Europa compresi, di fermare ogni tipo di test nucleare. Inoltre, per ciò che riguarda i problemi fra Tokyo e Pyongyang, ha chiesto di trovare una via che passi attraverso il dialogo, non attraverso la forza, secondo una stretta osservanza dei tre principi non-nucleari del Paese".
I "tre principi non-nucleari" (rifiuto di costruzione, possesso e introduzione nel paese di armi nucleari) sono stati solennemente assunti dalla Dieta nipponica nel 1971 come affermazione politica, ma non sono mai stati trasformati in legge.