29/10/2004, 00.00
PAKISTAN
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Cristiani e musulmani: "Sconfiggere la cultura della violenza"

Islamabad (AsiaNews) – Battere col dialogo la cultura della violenza. Questo l'obiettivo dell'annuale incontro fra esponenti del mondo cristiano e musulmano – che si tiene durante il mese sacro del Ramadan – promosso dalla Commissione nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso (NCIDE) della Chiesa cattolica pakistana. L'appuntamento del 20 ottobre scorso ha visto insieme leader musulmani e cristiani intenzionati a favorire il dialogo e la convivenza pacifica.

"Il NCIDE – afferma il docente cattolico Mushtaq Victor – si batte per il dialogo interreligioso nel Pakistan. Il settarismo ha rovinato l'immagine del Paese: ora dobbiamo sconfiggere la cultura della violenza e promuovere la moderazione e la tolleranza fra le comunità".

Anche il Papa, in occasione del recente incontro con il presidente pakistano Musharraf, ha

sottolineato l'importanza del dialogo fra cristiani e musulmani. Shahazada Alamigri, musulmano e collaboratore del NICDE, ha elogiato l'opera di Giovanni Paolo II "voce di pace in Iraq e in tutto il mondo. Cristiani e musulmani devono battersi per assicurare la pace e sconfiggere quanti seminano violenze e odio".

Alama Zaheer, leader del mondo islamico, riprende le parole di Muhammad Ali Jinnah, fondatore del Pakistan: "Tutti i cittadini devono essere liberi di professare il proprio credo. Ogni fedele deve rispettare le altre religioni perché la libertà di fede è stata sancita dal padre fondatore del Pakistan".

Padre Jacob Joseph Dogra, vicario generale della diocesi di Islamabad- Rawalpindi, ricorda la parabola del buon samaritano agli amici musulmani e afferma che "l'amore a Dio e l'amore per i fratelli è alla base del cristianesimo". Per questo, ricorda p. Joseph, è indispensabile "continuare il dialogo valorizzando le analogie e mettendo da parte le differenze".

Padre Francis Nadeem, segretario esecutivo del NCIDE, afferma con orgoglio di essere "un cristiano pakistano" e sottolinea lo scopo per cui è nata la commissione: "creare i presupposti per far nascere l'armonia tra le religioni". Egli ha inoltre ricordato che il governo di Islamabad è il garante della vita e della sicurezza dei cittadini senza distinzione di credo o di confessione religiosa.

 

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