Cristiani e musulmani al funerale del pastore ucciso a Palu
Ieri la sepoltura del reverendo Kongkoli assassinato lunedì. Protestano attivisti per i diritti umani; leader cristiani chiedono indagini chiare e "niente capri espiatori".
Palu (AsiaNews/Jp) In migliaia tra cristiani e musulmani hanno partecipato ieri ai funerali del pastore protestante ucciso a Palu, provincia indonesiana di Sulawesi Centrali. Motociclette, auto e una folla di gente ha accompagnato il corpo del reverendo Irianto Kongkoli al cimitero del sottodistretto di Telise, Palu. Il corteo funebre è stato sorvegliato da centinaia di poliziotti.
Il pastore, 40 anni, è stato freddato con un colpo alla nuca la mattina dello scorso 16 ottobre. L'uomo, a capo del Central Sulawesi Churches of Synod (GKST), si era apertamente schierato contro la fucilazione dei tre cattolici avvenuta il 22 settembre; i tre erano giudicati responsabili di alcuni dei sanguinosi scontri interreligiosi del 2000 a Poso.
Gruppi di attivisti hanno manifestato tutto il giorno fuori dal quartier generale della polizia provinciale, chiedendo l'arresto dei killer. Il capo della polizia Badroddin Haiti ha invitato i manifestanti alla calma. "Di questo omicidio - ha detto - non incolpate nessuno, sono io l'unico responsabile, lasciate che mi occupi del caso".
Al momento, in relazione alla morte del pastore sono state interrogate più di 10 persone. La polizia ha comunicato che tra di loro una, identificata con Kh, potrebbe avere legami con gli assassini.
Da parte sua il reverendo Renaldy Damanik, predecessore di Kongkoli alla guida del GKST, ha apprezzato l'impegno della polizia, ma nota che nonostante l'ingente dispiegamento di agenti a Palu e Poso, "ancora non si riesce ad evitare queste sparatorie". Egli ha poi auspicato che nelle indagini non si cerchi semplicemente di trovare un capro espiatorio e che i risultati dell'inchiesta vengano resi pubblici. "Temiamo ha spiegato che a condurre simili attentati siano gruppi addestrati a seminare il caos".
16/10/2006