10/07/2009, 00.00
FILIPPINE
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Cristiani di Cotabato in gruppi armati contro nuovi attentati. La condanna dei vescovi

Dopo quello alla cattedrale, ci sono stati altri 3 attentati a Lanao del Norte, Illigan city e Jolo. L’Onu intanto ritira i propri operatori umanitari e sospende gli aiuti alla popolazione locale. Allerta anche a Manila.

 MANILA (AsiaNews / Agenzie) – E’ ancora alta la tensione a Cotobato (Mindanao) dopo l’attentato del 5 luglio alla cattedrale dell’Immacolata Concezione, costato cinque morti e quarantacinque feriti. La paura di nuovi attacchi sta spingendo i cristiani a organizzare gruppi armati con il compito di difendere le proprie famiglie.  Intanto l'esercito si mette in allera anche a Manila per possibii attentati.

Mons. Jose Colin Bagaforo, vescovo ausiliario di Cotobato, ha espresso la sua preoccupazione, su questa iniziativa, affermando che: “non dobbiamo utilizzare la violenza per risolvere i nostri problemi. La violenza non è mai la risposta”. Secondo il prelato la reazione armata farebbe il gioco degli attentatori - non ancora identificati - i quali mirano al mantenimento di un clima di tensione.

Oltre a Cotobato,  in questa settimana altri tre nuovi attentati si sono verificati nell’isola di Mindanao, colpendo le città di Lanao del Norte, Iligan City  e Jolo. In quest’ultima l’esplosione è avvenuta il 7 luglio in prossimità della chiesa del Monte Carmelo.

Essa ha causato sei morti e 40 feriti. Per ristabilire la pace, i vescovi di Mindanao confidano nella ripresa del dialogo tra il governo delle Filippine e il Moro Islamic Liberation Front (MILF), principale sospettato per gli attentati. Da parte sua il MILF ha finora rifiutato le accuse, compiendo un’indagine parallela a quella del governo.      

Nel frattempo l’ONU, che opera nell’isola con il Programma di alimentazione mondiale (World Food Program),  ha deciso di ritirare dalla zona delle esplosioni il suo personale. Giudicando la situazione troppo pericolosa per i suoi operatori, ha deciso pure di sospendere  gli aiuti destinati alle 300.000 famiglie residenti nell’area degli attentati.

Quest'oggi migliaia di soldati presidiano le strade principali di Manila e molti edifici perchè si sospetta che terroristi del sud siano arrivati nella capitale. Edifici, grandi magazzini, chiese, stazioni ferroviarie sono sotto sorveglianza per prevenire possibili attacchi.

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