Cristiani del Pakistan condannano le violenze in India
Islamabad (AsiaNews) – Domenica scorsa i cristiani pakistani hanno manifestato la loro solidarietà ai confratelli dell’India, condannando “con forza le violenze” perpetrate dai fondamentalisti indù. Attraverso un comunicato diffuso dal quartier generale di Islamabad, Shahbaz Bhatti, parlamentare e presidente dell’Alleanza delle minoranze di tutto il Pakistan (Apma), esprime il proprio biasimo per i “maltrattamenti contro le minoranze religiose in India” e chiede l’intervento delle Nazioni Unite per assicurare la “protezione della vita umana e delle proprietà delle minoranze del Paese”.
Condannando l’attacco contro persone e luoghi di culto, l’attivista cattolico sottolinea come “le religioni siano motivo di discriminazione in India”, nazione che per costituzione si definisce laica; una persecuzione che ha causato morti, feriti, chiese bruciate, luoghi di culto profanati e oltre 50mila fedeli costretti a rifugiarsi nei campi profughi.
“In Orissa, Karnataka, Jharkand – continua Shahbaz Batti – chiese e cristiani sono vittime di continui attacchi” e all’origine vi è sovente il “senso di impunità” di cui godono le frange fondamentaliste indù, i cui crimini rimangono spesso irrisolti. Egli non nasconde il timore di nuovi attacchi da parte di frange che hanno preso di mira “le minoranze etniche e religiose” e per questo invita il governo a prendere “misure drastiche”.
Sempre domenica il Partito nazionale cristiano del Pakistan ha organizzato una manifestazione davanti agli uffici del circolo della stampa di Karachi (Kpc) per “sensibilizzare gli organi di informazione sul genocidio dei cristiani in India”. Parlando alla folla, il leader del partito Bashir Shafqat denuncia “il clima di insicurezza generale” che si respira attorno ai luoghi di culto cristiani in India e la “fuga di migliaia di persone” rimaste senza casa.