Cristiani d'Oriente : i grandi dimenticati dalla Gmg di Rio
Rio de Janeiro (AsiaNews) - Un popolo libero mima il dolore di Gesù - che è anche il proprio - nello scenario del lavoro, nelle miniere, negli ospedali, nelle tombe e nelle culle della speranza: è il magnifico, geniale spettacolo che i giovani brasiliani hanno offerto al mondo la sera del venerdì 27 luglio nelle 14 scenografie della Via crucis della Giornata mondiale della gioventù a Copacabana.
In ogni scena vi è una breve lettura, un commento e una meditazione. A fare da contrappunto, un gruppo di militari schierati e i porta-bandiere che sottolineano la dignità della scena e offrono un distacco che lascia il posto alle lacrime, un posto riservato, rinnovato di continuo e di continuo pacificato. Da togliere il respiro. Una sola riserva (ma è poi una riserva?): il Gesù, sanguinante e nudo che avanza verso il Golgota, si rialza senza molto vigore. Talvolta, noi stessi ci risolleviamo anche mentre cadiamo, e tante volte nel nostro cammino.
"Con la Croce - dice papa Francesco - Gesù si unisce al silenzio delle vittime della violenza, che non possono più gridare, soprattutto gli innocenti e gli indifesi; con essa, Gesù si unisce alle famiglie che sono in difficoltà, che piangono la perdita dei loro figli, o che soffrono nel vederli preda di paradisi artificiali come la droga; con essa, Gesù si unisce a tutte le persone che soffrono la fame in un mondo che ogni giorno getta via tonnellate di cibo; con essa, Gesù si unisce a chi è perseguitato per la religione, per le idee, o semplicemente per il colore della pelle; in essa, Gesù si unisce a tanti giovani che hanno perso la fiducia nelle istituzioni politiche perché vedono egoismo e corruzione o che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino in Dio, per l'incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo".
Il papa dei giovani non è lì per accarezzare una gioventù spesso coccolata per essere sfruttata ancora di più, ma per aiutarla a crescere, a maturare. Il giorno prima, festa dei santi Gioacchino ed Anna, genitori della Vergine, egli ha lanciato un appello al dialogo fra le generazioni. Entusiasmo dei giovani e saggezza degli anziani si completano, ha insistito.
Nella disaffezione dei giovani verso la Chiesa si punta il dito verso i suoi "ministri". Alla vigilia il papa ha denunciato il carrierismo, la burocrazia in una Chiesa che rischia di devitalizzarsi perdendo contatto con il Cristo e trasformandosi in una Ong.
Grande sorpresa
Con grande sorpresa, non vi è alcuna traccia di Medio Oriente, culla del Cristo, nelle meditazioni che accompagnano la Via crucis. È forse una dimenticanza volontaria? Quando nelle intenzioni alla fine della cerimonia, arriva il turno del continente asiatico, le parole della preghiera sono pronunciate da un filippino: "Che la minoranza cristiana in Asia resti presente come un seme fertile, anche in mezzo alle persecuzioni".
"Minoranza cristiana"? Cosa ne pensano i patriarchi orientali? Cosa ne pensa il patriarca maronita Bechara Rai, che non perde occasione per sottolineare che i cristiani orientali "non sono una minoranza" in questa parte di mondo, ma uno degli elementi più essenziali del suo tessuto culturale e sociale?
Da parte sua, Francesco considera che il centro e l'avvenire della Chiesa si sono spostai oggi in America latina, quella che l'arcivescovo di Rio definisce "il continente della speranza".
Anche alla Gmg, sul terreno, la presenza dei cristiani orientali è modesta. Le loro bandiere - libanese, siriana, irakena - sono sommerse dalla marea umana che ha invaso la bella spiaggia di Copacabana. Un migliaio di fedeli, su oltre un milione e mezzo di presenze, non ha molto effetto. Il costro alquanto elevato del viaggio in Brasile è forse una spiegazione per questa partecipazione debole? È forse la sola spiegazione? Le Chiese d'Oriente non sono piuttosto in uno stato di sonnolenza?
Quel che mi sembra certo è che l'Oriente dalla storia senza soluzioni sta stancando il mondo. La regione si è trasformata in un pantano dove, di quando in quando, qualche coccodrillo d'Occidente viene a versare le sue lacrime, prima di continuare per la sua strada.