Cristiana uzbeka condannata per il possesso di Bibbie e materiale religioso
Tashkent (AsiaNews/F18) - Le autorità uzbeke hanno condannato a 18 mesi di "lavoro correttivo" una cristiana protestante di Urgench, nel nord-ovest del Paese, perché colpevole di "produzione illegale, archiviazione, importazione o distribuzione di materiale religioso". Il giudice Makhmud Makhmudov ha sentenziato che la donna dovrà prestare lavori umili al completo servizio dello Stato, mentre una buona parte dello stipendio verrà requisito per il pagamento della multa. Inoltre, per i prossimi mesi potrà viaggiare solo all'interno dello Stato.
In un secondo episodio di violazione alla libertà religiosa, un gruppo di persone della capitale è stato condannato a pesanti multe per "essersi riunito" a pregare e leggere materiale cristiano (leggi Bibbia) all'interno di una abitazione privata.
Fonti locali raccontano che la polizia segreta avrebbe montato ad arte prove fasulle per inchiodare Sharofat Allamova, che è stata quindi condannata durante un processo farsa. In una nazione in cui il possesso di materiale religioso è controllato con rigore dallo Stato, con una pesantissima censura del Comitato per gli affari religiosi, spesso si ripetono fenomeni coercitivi ai danni della minoranza cristiana.
Il doppio raid nella sua abitazione è avvenuto nel gennaio scorso e di recente il giudice ha stabilito la pesante condanna, in base all'articolo 244-3 del Codice penale. Già nel maggio 2012 aveva subito punizioni analoghe, sempre per il possesso di materiale religioso. Oltre alla confisca della Bibbia e altri testi, il timore più grande è che la donna possa essere spedita in autunno nei campi di cotone per la raccolta. Come denunciato più volte da organizzazioni e attivisti, lo Stato sfrutta il lavoro di minori e condannati per un compito massacrante a livello fisico.
L'88% delle popolazione uzbeka è di fede musulmana sunnita mentre i cristiani costituiscono l'8%. Nel Paese, la libertà confessionale è soggetta a forte limitazione da parte del governo. Il rapporto annuale della Commissione statunitense per la libertà religiosa, pubblicato lo scorso 30 aprile, alla voce "Paesi oggetto di particolare attenzione" ha stilato una lista di 15 governi tra i quali quello di Tashkent.