Crisi economica in Nepal, il governo chiede fondi all'India
Il governo ad interim del Nepal ha ereditato dalle rivolte di aprile una grave crisi economica. Per risollevare il Paese, il premier Koirala chiede all'India oltre un miliardo di dollari, una cifra che supera di molto il già sostanzioso contributo annuale di New Delhi al Nepal.
Kathmandu (AsiaNews) Girja Prasad Koirala, l'ottantenne premier del governo ad interim nepalese, è andato in India a chiedere un sostegno economico per affrontare la grave crisi che investe il Paese. Il governo del regno himalayano chiede un finanziamento di 75 miliardi di rupie, oltre un miliardo di dollari, per i prossimi 5 anni. Questi fondi, secondo il premier nepalese, sono essenziali per soccorrere la popolazione e creare nuove infrastrutture fondamentali per il Paese, come le strade.
Un funzionario del Ministero delle finanze che chiede l'anonimato ha detto ad AsiaNews che la richiesta del premier nepalese sarà posta all'attenzione del governo durante la visita di Koirala in India, ma spiega che l'ammontare della somma supera di molto il contributo annuale che New Delhi versa a Kathmandu, cioè due miliardi di rupie.
"Mi chiedo come possa l'India, che deve affrontare una crisi finanziaria, fornire fondi così sostanziosi al Nepal", aggiunge Sushil Sashank, analista politico di origine indiana. "Va poi considerato continua - che gli attuali finanziamenti che New Delhi riconosce al Nepal superano di gran lunga quelli degli altri Paesi. Inoltre molti politici nepalesi, in modo particolare della corrente comunista, accusano l'India di imperialismo, e i politici indiani non lo dimenticano. Date queste premesse dubito che l'India darà a Koirala i finanziamenti che si aspetta".
Sashank spiega inoltre che i maoisti hanno fatto pressioni sul premier nepalese affinché chieda la liberazione di 137 maoisti detenuti per vari crimini nelle carceri indiane. "I maoisti dichiara - devono però capire che l'India non è il Nepal dove governo e parlamento possono decidere quello che vogliono. L'India è governata con regole e leggi che il governo non può cambiare a seconda della sua volontà o per un capriccio. Molti dei maoisti detenuti in India sono accusati di crimini atroci compiuti in terra indiana, e non sono stati arrestati su richiesta di Kathmandu. Il loro rilascio quindi non è semplice come credono i maoisti".
Pramod Bihari Singh, presidente dell'Associazione per l'amicizia indo-nepalese con sede in India aggiunge che il governo indiano dovrebbe sostenere quello nepalese nell'affrontare la crisi. "Deve essere però un aiuto condizionato dichiara ad AsiaNews - e la condizione deve esser la fine della coltivazione della marijuana, che viene prodotta su vasta scala in Nepal sotto la protezione di esercito, governo, partiti politici e Maoisti. Se l'India non farà attenzione a questa minaccia, milioni di suoi cittadini cadranno nella trappola della droga. Già oltre 5 milioni di indiani sono assuefatti della marijuana, e il loro numero è in crescita. La coltivazione in Nepal deve finire, è una priorità per l'India".