Crescono tensioni e controlli nella Mongolia Interna
Centinaia di poliziotti della sicurezza vigilano sulle piazze; internet è stato sconnesso; giovani sono reclusi nei loro campus. I mongoli criticano gli investimenti minerari nella regione (carbone e terre rare), che inquinano le loro terre e distruggono i pascoli e la loro vita quotidiana. Giornale del Partito: Queste manifestazioni non sono simili a quelle del Tibet e dello Xinjiang.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità cinesi hanno rafforzato la sicurezza dopo una serie di manifestazioni della popolazione che chiedeva giustizia per la morte di due etnici mongoli. Centinaia di poliziotti sono schierati in diversi punti di Hohhot, la capitale della provincia; scuole e università sono sotto controllo e molti giovani non possono uscire dal campus. Anche internet è stato bloccato e le ricerche con notizie sulla Mongolia sono oscurate.
Le tensioni sono cresciute dopo la morte di due persone, in due differenti incidenti. La prima è avvenuta il 10 maggio: un pastore mongolo è stato investito da un camion, guidato da un cinese Han, che trasportava minerali attraverso i pascoli, rovinando l’erba e il lavoro dei pastori.
Il 15 maggio, un altro etnico mongolo è stato ucciso durante una protesta davanti a una miniera.
I mongoli, in minoranza nella loro terra, accusano il governo e la sua politica mineraria, che sta distruggendo i pascoli, inquina i terreni e distrugge la quiete.
Gli etnici mongoli sono soli il 20% su 24 milioni di popolazione. Negli ultimi anni, la Mongolia Interna è cresciuto lo sfruttamento di miniere di carbone e per le terre rare, altamente inquinanti. Il boom ha portato molta manodopera da altre parti della Cina e i mongoli, dediti soprattutto alla pastorizia si sentono ormai una minoranza minacciata, Anche il loro lavoro rischia di essere distrutto a causa delle miniere e dell’inquinamento.
Nei giorni scorsi vi sono state manifestazioni che hanno radunato migliaia di etnici mongoli nella capitale e in diverse altre città. Secondo analisti sono le manifestazioni più numerose negli ultimi 20 anni.
Per calmare la popolazione il governo ha promesso di processare i due cinesi responsabili della morte dei due mongoli. Ieri la Xinhua ha diffuso la notizia che un cinese è stato processato per la morte di Yan Wenlong, l’uomo di etnia mongola ucciso durante le proteste alla miniera.
Secondo analisti, le sommosse nella Mongolia Interna sono simili a quelle che avvengono in Tibet e nello Xinjiang, dove le minoranze tibetane e uiguri lottano per la loro sopravvivenza. Il Global Times di oggi (il tabloid legato al Quotidiano del popolo) ha messo subito in guardia dal tentativo di dare un significato politico alle manifestazioni in Mongolia.
“Le proteste in Mongolia – afferma il giornale – non sono guidate dalla politica. Alcune loro richieste sono ragionevoli e devono ricevere risposta dal governo locale”. Ma, si aggiunge , è “improprio” vedere un legame fra la situazione della Mongolia Interna e le rivolte etniche in Tibet del 2008 e quelle nello Xinjiang del 2009. “I conflitti sociali – continua – sono in crescita in Cina, anche nelle aree delle minoranze etniche. Ma gli incidenti non dovrebbero essere esagerati e caricati di interpretazioni troppo grosse”.
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