Crescono in Giappone poveri, disoccupati e anziani
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) Aumentano in Giappone i poveri, i disoccupati e gli anziani, mentre cresce il divario tra ricchi e poveri. Circa il 20% dei giapponesi ha 65 o più anni, in uno Stato dove continua da decenni il calo demografico. Chi vive con i sussidi pubblici ne lamenta l'insufficienza.
"Non mi posso permettere racconta un anziano di 72 anni tre pasti al giorno. Ho appena quanto basta per sopravvivere". Il governo gli paga l'affitto (un monolocale nel quartiere Ward nella vecchia Tokyo) e gli dà 96 mila yen al mese (848 dollari Usa), ma con il suo lavoro guadagnava 5 milioni di yen l'anno (circa 44 mila dollari). Metteva in opera impianti elettrici, ma una malattia al cuore lo ha costretto a mettersi a riposo.
"A Tokyo spiega Kimiko Rimura, 71 anni, che vive in un monolocale senza bagno non ci sono affitti abbastanza economici di camere con bagno".
Gli esperti osservano che cresce il divario tra poveri e ricchi e che nelle grandi città come Tokyo ci sono costi elevati. Aumentano i senza casa, sconosciuti in Giappone fino alla crisi economica dell'inizio degli anni '90, e in molti parchi si trovano i loro ripari di incerate blu. In un Paese che dopo la seconda guerra mondiale si è sempre vantato di avere una società senza classi, chi ha necessità si vergogna a chiedere aiuto.
"Qui i poveri si nascondono dice Kazuya Hata, volontaria del Gruppo per la protezione della vita e della salute e chi vive con i sussidi sociali non ne parla, perché si ritiene responsabile per la sua cattiva sorte".
Anche se l'economia ora migliora, il ministro della Sanità, del benessere e del lavoro stima che a marzo hanno ricevuto sussidi oltre 1 milione di famiglie, pari al 2% della popolazione, con un incremento del 60% in 10 anni.
Il calo della natalità e la crescita del numero degli anziani, intanto, fa prevedere un maggiore costo futuro per l'assistenza sociale, a carico di una popolazione produttiva sempre minore. La disoccupazione è scesa al 4,1%, dato più basso da 7 anni, ma non c'è ottimismo. Nel marzo 2006, dicono i dati ufficiali, ci sono "solo" 628 mila persone che ricevono il sussidio di disoccupazione, contro gli 1,1 milioni del 2002.
Ma i nuovi posti di lavoro dice Takuro Morinaga, docente d'Economia all'università Dokkyo vicino Tokyo possono essere temporanei, dopo che le nuove leggi hanno reso più facile alle industrie manifatturiere assumere lavoratori temporanei. "Questo significa prosegue che molti lavoratori il cui impiego è stato finora protetto dalla legge possono essere licenziati". Le nuove leggi sulle imposte volute da Koizumi, aggiunge, "le hanno ridotte per i ricchi e aumentate per i poveri". (PB)
16/06/2018 13:30