Cresce la repressione a Damasco: rimossi 17 alti funzionari statali
Secondo l'Organizzazione per la difesa dei diritti dell'uomo in Siria, il loro licenziamento è dovuto all'appoggio dato alla "Dichiarazione di Damasco-Beirut", che chiede la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi, e l'averlo fatto inusualmente sapere serve a intimorire altri attivisti dei diritti umani.
Damasco (AsiaNews) Nuova tappa nella repressione da parte del governo siriano di ogni forma di opposizione: ieri sono stati rimossi dai loro posti 17 alti funzionari statali. La causa dei provvedimenti, spiega l'Organizzazione per la difesa dei diritti dell'uomo in Siria (Adhs), è "l'appoggio da essi dato ad una petizione che chiede la liberazione di due attivisti per i diritti umani, arrestati a maggio", per aver firmato la "Dichiarazione di Damasco-Beirut", che chiede la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi.
All'origine del provvedimento, l'aggravarsi della situazione politica e sociale in Siria, a causa della crescita delle pressioni esterne ed interne per rovesciare il regime del partito Baath, che governa il Paese da più di 40 anni, di fronte alle quali il governo del presidente Bachar El Assad cerca di mantenere la sua unità interna. Ne è indice l'annuncio del primo ministro, Mohammad Naji El Otari, della rimozione dei 17 funzionari di alto grado, (otto dal ministero dell'istruzione e dell'insegnamento superiore, gli altri dai ministeri di sanità, energia, finanze, agricoltura, informazione). Questo tipo di decisioni non era mai stato ufficializzato: si prendevano misure simili di nascosto. Il fatto di rendere noto l'allontanamento dei funzionari, spiega ad AsiaNews Mohamad Majzoub, un alto funzionario rimosso dal suo incarico nel ministero dell'istruzione e dell'insegnamento superiore, mira a bloccare le tendenze antigovernative.
L'Organizzazione per la difesa dei diritti dell'uomo in Siria in un comunicato molto critico nei riguardi del governo e dell'ultimo decreto chiede l'intervento immediato da parte degli amici "della libertà" per frenare l'abuso del governo siriano,che "non riesce a distinguere tra la mancanza disciplinare e la libertà di pensiero", annunciando una campagna contro tutti gli abusi compiuti in questi ultimi mesi e per il risveglio delle coscienze di molti siriani.
Ammar Korabi, presidente dellOrganizzazione nazionale per la difesa dei diritti dell'uomo in Siria, parlando con AsiaNews ha criticato "le ultime aggressioni del governo siriano contro la liberta dei cittadini", ed ha chiesto l'aiuto di tutti, cristiani e musulmani per "poter bloccare la campagna del governo che mira a calpestare i diritti fondamentali dell'uomo". Rispondendo a una domanda che riguarda il processo iniziato già contro molti aderenti al movimento patriota, ha riferito che ieri è proseguito il processo contro Kamal Al Libwani, accusato di "aver avuto contatti con gli Stati Uniti", per incitare ad una "aggressione contro la Siria".
In Siria, secondo alcune fonti, ci sono più di 20mila prigionieri politici.
16/09/2021 08:54