06/11/2008, 00.00
FILIPPINE
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Cresce la fame nel Paese. Il 40% dei filippini alle prese con la mancanza di cibo

di Santosh Digal
Un sondaggio Gallup mette le Filippine tra i primi cinque Paesi al mondo in cui si soffre la fame. I vescovi invitano il governo a varare concreti programmi di aiuto e affermano: la povertà non è causata dalla sovrappopolazione, ma dalla corruzione.

Manila (AsiaNews) - Secondo un sondaggio realizzato dalla Gallup International-Voice, le Filippine sono al quinto posto della classifica mondiale dei Paesi in cui la popolazione patisce la mancanza di cibo. Quattro filippini su dieci affermano che nel corso del 2008 hanno sofferto almeno una volta per la penuria o la totale carenza di alimentazione.

Stando ai dati forniti dalla Gallup, la fame riguarda il 40% dei filippini. Nel Paese che registra uno dei tassi di crescita della popolazione più alta dell’Asia, si stima che il numero di abitanti graviti attorno ai 90milioni. Oltre il 60% è raccolto attorno alle aree urbane ed i dati del sondaggio registrano i casi di fame più numerosi nella zona metropolitana di Manila dove il fenomeno riguarda all’incirca 550mila famiglie.

Le cifre sulla fame nelle Filippine riportate dal sondaggio della Gallup International voice riflettono i dati raccolti dalla filippina Social Weather Stations (Sws). L’istituto indipendente che studia le condizioni socio-economiche della popolazione del Paese ha registrato nelle sue statistiche sulla povertà un aumento dei casi di fame. Nell’ultima analisi realizzata, Sws segnala che nel trimestre luglio-settembre il 18% delle famiglie filippine ha sofferto almeno una volta per mancanza di cibo, un dato che tradotto in numeri significa all’incirca 3,3 milioni di nuclei familiari.

 “L’ultima registrazione effettuata - ha dichiarato la Sws - è sei punti sopra la media del 12,3% stimata per il decennio in corso ed è la più alta dopo il 21,5% rilevato nel settembre 2007”. Nel 2008 la cosiddetta “fame moderata” (situazione di indigenza raggiunta “una sola volta” o “poche volte” nel corso degli ultimi tre mesi) ha riguardato in media il 16,8% delle famiglie, una cifra di poco inferiore al 17,9% registrato l’anno scorso.

Confermando il dato Gallup, il sondaggio Sws sottolinea che è le cifre più preoccupanti vengono dall’area metropolitana di Manila, ma rileva un aumento dei casi anche in altre zone dell’isola che ospita la capitale. A Luzon il 20% delle famiglie, stimabili in 1,6milioni di nuclei domestici, soffre per mancanza di cibo e il dato supera di 8 punti quello raccolto nel giugno scorso. Aumentano i casi anche a Mindanao con un passaggio dal 17,7% del quadrimestre scorso al 18,3% attuale, equivalente a 750mila famiglie. Un sostanziale miglioramento è invece rilevato nell’arcipelago delle Visayas dove si è passati dal 19,7% di giugno all’11,7% corrispondente all’incirca a 420mila nuclei familiari.

Pur confermando la diffusione del fenomeno nel Paese, i vescovi filippini sono scettici sull’attendibilità delle cifre offerte dall’indagine di Sws. “L’argomento generico della fame è troppo vago come unità di stima”, ha dichiarato mons. Jose Oliveros, vescovo di Malolos. “Pur potendo affermare che i casi di malnutrizione tra i bambini sono dilaganti, non possiamo generalizzare e ripetere che anche per la fame il fenomeno è ampiamente diffuso allo stesso modo”.

Monsignor Patricio Hacbang Alo, vescovo di Mati, ridimensiona i risultati della ricerca. La sua diocesi, nella provincia di Davao sull’isola di Mindanao, è tra quelle in cui la popolazione soffre la fame. In forza della sua esperienza di responsabile della Commissione per la salute della conferenza episcopale filippina (Cbcp) mons. Alo afferma però che la fame è un problema prevalente nelle regioni di conflitto e non una questione nazionale.

Il direttore della comunicazione della Cbcp, monsignor Pedro Quitorio, ha ricordato che l’ultimo rapporto pastorale della conferenza episcopale ha già sottolineato l’aggravarsi della povertà nel Paese. “Come cresce la povertà, così cresce la fame”, ha affermato mons. Quitorio, ma le ragioni della situazione non possono essere cercate nel sovrappopolamento. Diversi parlamentari da tempo affermano che l’aumento della povertà può essere arginato solo con la diminuzione dei tassi di crescita e indicano un drastico controllo delle nascite come la strada da seguire per il futuro. Monsignor Quitorio, ricordando l’ultimo rapporto della Cbcp ha invece ribadito che “la causa principale della povertà e della fame sta nella corruzione del governo”.

Ribadendo la posizione dell’episcopato filippino mons. Oliveros ha invitato il governo a realizzare interventi urgenti per combattere il fenomeno della malnutrizione e la fame nel Paese. “Ammettendo che i dati delle indagini siano validi”, ha detto il vescovo di Malolos, “il governo dovrebbe varare programmi a favore dei poveri per assicurare l’accesso al cibo a tutti i nuclei familiari”.

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