Cresce la condanna per l’illegale “matrimonio turistico”
Uomini sauditi che si recano all’estero, specialmente in Paesi poveri, sposano “a tempo” donne del luogo, sostenendo che così essi non commettono adulterio. Ma tutte le principali scuole di giurisprudenza islamica negano legalità a tali nozze. E c’è chi, smascherato, ora è costretto a portare sempre con sé la moglie “permanente”.
Ryiadh (AsiaNews) – Cresce tra esperti islamici, avvocati e medici sauditi la condanna del “matrimonio turistico”, pratica seguita da uomini sauditi che, durante i loro viaggi all’estero, sposano “a tempo” donne del Paese ove si trovano.
L’autorevole Arab News ricorda che il “matrimonio turistico” è stato aggiunto alla lunga lista del Ministero degli interni saudita sulle restrizioni poste ai vari tipi di matrimonio con donne straniere. Sono quasi sempre straniere, infatti, le donne che i “viaggiatori” sauditi sposano per le settimane, a volte le ore, della loro permanenza in un Paese straniero. I funzionari addetti alla celebrazione delle nozze chiedono sempre la presenza di due testimoni, ma non sono in grado di sapere per quanto tempo è stato già deciso che durerà l’unione, dal momento che si tratta di una clausola decisa tra gli “sposi”. Una clausola che, secondo le quattro scuole della giurisprudenza islamica, rende illegale il matrimonio.
L’avvocato Rayan Mufti definisce i matrimoni turistici “prostituzione legalizzata”. “Questi matrimoni sono popolari tra gli uomini che vogliono commettere un adulterio con licenza. Tutte le quattro maggiori scuole della giurisprudenza islamica, Hanafi, Maliki, Hanbali e Shafie concordano nel definirli illegali”.
Il ricercatore islamico Abdullah Al-Jifin afferma che i matrimoni che hanno un tempo fissato non sono agli occhi della Shariah sani e legali. “I cosiddetti matrimoni turistici, che sono pensati finire dopo un certo periodo di tempo sono totalmente haram” (vietati dalla legge islamica). “Un uomo – aggiunge - che viaggia all’estero durante il weekend, si sposa il mercoledì pomeriggio e divorzia il venerdì, prima di salire sull’aeroplano per tornare a casa commette un peccato. Come può un vero matrimonio durare 72 ore?”.
L’ambasciatore saudita nello Yemen Ali Al-Hamdan, definisce il matrimonio turistico “fornicazione legalizzata” e condanna alcune fatwa permissive rilasciate da alcuni studiosi. “Alcune giovani yemenite – dice – si ritrovano in queste situazioni illegali a causa dello loro estrema povertà. Poi vengono in ambasciata a chiedere aiuto per trovare il loro marito saudita”. L’ambasciatore saudita in Indonesia, Abdul Rahman Khayyat, spiega che I diplomatici non possono aiutare le donne se non hanno i documenti necessari a provare il loro matrimonio con un uomo saudita, ma che cercano di aiutare i figli abbandonati.
Qualche volta, però, ai “viaggiatori” non va tutto liscio. Abu Fadi, un 45enne che si recava spesso nel Sudest asiatico, durante uno dei suoi viaggi ha contratto un matrimonio a termine. Ma la sua moglie “a tempo”, ha mandato alla moglie “permanente” saudita le foto del matrimonio. “E’ stata un’esperienza terribile”, ha raccontato. “Mia moglie mi ha perdonato, a condizione che io le permetta di accompagnarmi sempre all’estero, sia che io vada per lavoro, che per studi o vacanze”.
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