25/07/2007, 00.00
HONG KONG - CINA
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Cresce il timore che il Libro verde prepari a una “falsa democrazia”

Attivisti prodemocrazia preoccupati che le risposte al Libro verde possano essere ignorate o manipolate. Chiedono al governo di chiarire come valuterà l’esito della consultazione e di sapere come poi ne riferirà a Pechino. Il parere di vari politici democratici.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – I parlamentari prodemocrazia temono che il capo esecutivo Donald Tsang Yam-kuen alteri gli esiti della consultazione popolare sul “Libro verde”, documento che indica le possibili opzioni per portare Hong Kong al suffragio universale per l’elezione del Capo esecutivo e del Consiglio legislativo (Legco). Intanto distribuiscono uno scritto per chiarire le questioni da decidere e raccomandano di corredare le risposte con il nome e gli estremi del documento d’identità. Crescono le critiche.

I residenti hanno tre mesi per indicare preferenze, ma i critici evidenziano che le proposte del governo sono complesse e prevedono quasi 500 possibili varianti. Nello scritto informativo indicano 5 “tranelli” che possono distrarre da questioni fondamentali o che possono indurre a risposte facili da manipolare. Accusa rifiutata dal portavoce dell’Ufficio affari costituzionali e rapporti con la Grande Cina.

Gli attivisti prodemocrazia chiedono anche al governo di chiarire subito il criterio con cui valuterà le risposte, nel timore che non sia data importanza preminente al numero dei voti. Gli analisti ricordano che nel 1987, quando il governo coloniale ha consultato la popolazione sulla possibilità di elezioni politiche dirette, ha dato un peso speciale alle dichiarazioni singole, piuttosto che alle petizioni con molte firme.

Emily Lau Wai-hing di The Frontier osserva al quotidiano South China Morning Post che occorre sapere subito “non solo come il governo valuterà e conterà i pareri, ma anche come prevede di sommarli e di riportarli” a Pechino.

Audrey Eu Yuet-mee del Partito civico aggiunge che nemmeno è stato detto come saranno considerati i pareri su possibilità di riforma non comprese in modo specifico nel Libro verde. Per esempio, gli attivisti prodemocrazia vogliono proporre che non ci siano limiti al numero di candidati per la carica di Capo esecutivo, benché il Libro verde preveda che i candidati siano limitati a un numero chiuso scelto da un apposito comitato.

Col passare dei giorni il Libro verde riceve critiche sempre maggiori. Anson Chan, ex segretaria generale di Hong Kong, ha definito il documento come “un insieme di confusione e di procrastinazione”. Ricorda che durante la campagna elettorale Tsang “ha promesso ai residenti che avrebbe considerato con la massima attenzione il loro punto di vista e lo avrebbe riferito con precisione al governo centrale”. “Aspettiamo tutti di vedere cosa farà dopo la consultazione pubblica”.

“E’ una democrazia falsa”, commenta Martin Lee Chu-mig, fondatore e leader del Partito democratico. Osserva che secondo le varie proposte “ogni cosa è decisa da Pechino”, lo stesso grado di autonomia della municipalità sarebbe “deciso da Pechino”.

 

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