Covid-19, pochi vaccini scontro tra generazioni
Con un pronunciamento shock l'Alta Corte di New Delhi ha invitato a privilegiare nelle somministrazioni i giovani perché "gli 80enni hanno già vissuto la loro vita e noi dobbiamo guardare al futuro". Padre de Sales: "Ogni vita va rispettata, i giudici si preoccupino piuttosto di chi è più debole nella società".
Mumbai (AsiaNews) – Nell'India colpita in modo duro dalla pandemia comincia finalmente a diminuire il numero delle vittime quotidiane. Ma non accenna a fare passi avanti la campagna vaccinale. Secondo gli ultimi dati ufficiali sono stati 134.154 i nuovi casi di positività al Covid-19 riscontrati nelle ultime 24 ore, un numero molto inferiore agli oltre 300mila di appena qualche giorno fa. Sempre pesante il conto dei morti (2.887 ieri), ma anche in questo caso si tratta di un dato che da alcuni giorni sta scendendo.
Si tratta di un risultato che può contare però solo in parte sugli effetti della campagna vaccinale: in India la somministrazione prosegue infatti ancora a un ritmo troppo lento rispetto a quelle che sarebbero le necessità. Al momento sono state effettuate circa 221 milioni di somministrazioni, con solo il 12,9% della popolazione che ha ricevuto almeno una dosa. E anche tra gli ultrasessantenni, a cui il governo indiano aveva assegnato la priorità, non si va oltre il 43,7% nonostante siano passati quasi quattro mesi dall'avvio della campagna.
Il problema è la mancanza di vaccini: non si riesce ad andare oltre le 2,5 milioni somministrazioni al giorno per la mancanza di scorte. Ma a creare tensione è anche la scelta compiuta dal governo Modi di delegare ai singoli Stati indiani e alla sanità privata le vaccinazioni di chi ha meno di 45 anni. Questo sta rendendo difficile l'accesso per chi è più giovane e non può permettersi di pagare di tasca sua, in un contesto in cui il coronavirus uccide anche tante persone in giovane età.
In questa situazione ha fatto discutere una presa di posizione dell'Alta Corte di Delhi che ha invitato il governo centrale a dare priorità ai giovani nelle vaccinazioni e nel rifornimento dei medicinali, perché “gli anziani hanno già vissuto la loro vita”. “Assegnare la priorità alle giovani generazioni avrebbe potuto salvare molte vite” ha argomentato la Corte, sostenendo che se in un momento di crisi va compiuta una scelta “va privilegiato chi è più giovane, perché un 80enne ha già vissuto la sua vita e non porterà avanti il Paese”.
Di fronte a queste affermazioni padre Savio de Sales, sacerdote di Mumbai e liturgista, ha reagito sui social media esprimendo profondo sconcerto. Egli ha commentato ad AsiaNews: “Prenderci cura delle generazioni più anziane è un nostro dovere. Questo modo di esprimersi dell'Alta Corte è disgustoso. Ogni vita è un dono di Dio fino alla sua morte naturale. La discriminazione in base all'età esiste, ma essere gentili e mostrare compassione è per lo meno un passo nella direzione giusta. Ricordiamoci che un giorno saremo al loro posto. C'è una dignità della vita da difendere, che non deve andare persa neppure nella pandemia”.
“Invece di avanzare queste osservazioni - conclude padre de Sales - sulla disponibilità e le modalità della distribuzione del vaccino contro il Covid-19 questi giudici farebbero bene a guardare a chi è più debole, che ha più bisogno di essere curato e salvaguardato dalla società”.
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