Corsi di formazione per un nuovo ruolo dei cattolici nella società vietnamita
di J.B. Vu
L’arcidiocesi di Saigon organizza classi informali nelle quali si studiano Bibbia, catechismo, attività pastorali e sociali. Gli incontri sono anche occasioni per approfondire la spiritualità personale.
Hi Chi Minh City (AsiaNews) - Bibbia, catechismo, attività pastorali e sociali: sono le “materie” delle classi informali organizzate dal Centro pastorale dell’arcidiocesi di Saigon, proposte a fedeli e giovani, una metà dei quali, laici. E’ la risposta che la Chiesa di quella che fu la capitale del Vietnam del Sud dà alle sfide che le propone il nostro tempo, come la “cultura moderna”, il consumismo, la perdita dello spirito religioso.
Le classi, che si pongono anche obiettivi pratici, sono un investimento mirante a rendere possibile ai cattolici di vivere con coerenza la propria fede. “Io - conferma una donna, Le Thi Mung – vengo qui per ascoltare e studiare le questioni legate alla spiritualità dei cattolici nel contesto della vita di oggi. Gli argomenti e il contenuto dei seminari sono pratici e profondi, abbiamo l’opportunità di condividere i valori della vita. La partecipazione è stata positiva per la vita”.
I docenti portano differenti esperienze umane: sono vescovi, sacerdoti, suore, pastori protestanti, laici cattolici, esperti non cattolici, professori universitari. Hanno differenti titoli di studio e contribuiscono alla educazione familiare nella diocesi.
Un’altra signorina, Nguyen Binh Minh, esprime il suo favore all’insegnamento e all’apprendimento. “Chi insegna ha esperienza di vita, sono anche ricercatori sociali e psicologi. Abbiamo imparato molte cose da eccellenti presentazioni; in modo particolare sono buoni esempi di formazione etica ed entusiastica. Le materie di insegnamento sono varie e interessanti. Alcune, inoltre, sono legate alla vita quotidiana nella società. E’ un apprendimento che mi ha aiutato a guardare me stessa e a vivere bene il mio ruolo di cattolica vietnamita e di cittadina”.
Insegnanti di provenienza differente usano lo stesso “metodo partecipativo”, come gruppi di discussione che espongono esperienze e pongono questioni da risolvere insieme. Con questo insegnamento informale, i cattolici consolidano la fede e la capacità di testimoniarla con la vita nel contesto della società di oggi. Una giovane, Thao Uyen, racconta: “mia madre mi ha chiesto di prendere parte ai seminari del Centro pastorale. Così non giro più per strada tutti i sabati. Vengo qui non solo per ‘studiare’, ma anche per fare pratica di comportamento con gli altri. La mia classe è veramente amichevole, ci si assiste e aiuta l’un l’altro alla vita spirituale”.
Gli organizzatori hanno valutato positivamente i risultati di queste attività educative, che vedono la presenza del 48% di laici. Ciò ha sorpreso parecchie persone. Gli organizzatori del Centro hanno incoraggiato e intensificato il ruolo dei cattolici nelle aree della educazione informale. Organizzazioni governative e non governative e di altre religioni hanno dato il loro contributo.
I parrocchiani sono normalmente il cuore delle attività delle chiese e delle associazioni dell’arcidiocesi, ma dal momento che, attualmente più di 200 parrocchie mancano di mezzi e risorse umane per organizzare la formazione, il Centro pastorale è responsabile dell’educazione della famiglia cristiana nell’arcidiocesi di Saigon. Peraltro, nell’attuale situazione del Paese, il ruolo dei fedeli laici non segue pienamente le indicazioni del Concilio Vaticano II. E’ a questo scopo che il cardinale Jean-Baptist Cardinal Pham Minh Man e il vescovo ausiliare Pierre Nguyen Van Kham stanno impegnando un grande sforzo per ridefinire il ruolo dei laici nella Chiesa e nella società.
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