Coronavirus: il regime cinese indottrina la polizia per evitare disordini sociali
I leader del Partito comunista temono incidenti simili a quelli scoppiati al confine tra l’Hubei e il Jiangxi. Mentre combattono la pandemia, le Forze dell’ordine devono essere leali nei confronti del regime. I casi nella Mongolia interna, Henan e Sichuan. La “stabilità sociale” è la preoccupazione fondamentale per il Pcc.
Hong Kong (AsiaNews) – Quando cittadini dell’Hubei, epicentro della pandemia di coronavirus, si sono scontrati con gli abitanti del vicino Jiangxi, le polizie delle due province si sono unite alla lotta. I leader cinesi temono che questi incidenti possano ripetersi, minacciando la stabilità sociale nel Paese, la loro principale preoccupazione. Per evitare nuovi disordini, Pechino ha lanciato una campagna di indottrinamento politico delle Forze dell’ordine, viste come la prima linea di difesa contro le possibili rivolte legate alla crisi pandemica. L’analisi di John Dotson, giornalista e direttore responsabile di China Brief. Per gentile concessione della Jamestown Foundation (traduzione a cura di AsiaNews).
Introduzione: la rivolta al confine tra l’Hubei e il Jiangxi
Wuhan (Hubei) è stata l’epicentro della pandemia di Covid-19. La provincia è stata sottoposta a un rigoroso blocco a metà gennaio, durato per oltre due mesi (China Brief, 29 gennaio). Il 25 marzo, le autorità cinesi hanno annunciato la revoca della maggior parte delle restrizioni alla circolazione per i residenti nell’Hubei, a eccezione della stessa Wuhan (Xinhua, 25 marzo). I divieti imposti ai residenti della città sono stati allentati l’8 aprile.
Tuttavia, l’eliminazione di queste limitazioni non è proceduta in modo del tutto regolare. Il 27 marzo si sono verificati dei disordini sociali sul ponte che collega Xiaochi, nella parte orientale dell’Hubei, e Jiujiang (Jiangxi). Quel venerdì, i residenti dell’Hubei hanno tentato di attraversare il ponte sullo Yangtze (fiume Azzurro), ma sono stati bloccati dalla polizia del Jiangxi. La situazione di tensione si è trasformata in una rivolta che, a quanto si apprende, ha visto scontrarsi non solo cittadini e Forze dell’ordine, ma anche le polizie delle due province confinanti (Radio Free Asia, 27 marzo).
Un video dell’incidente ha messo in luce le tensioni esistenti tra l’Hubei e le province limitrofe: cittadini arrabbiati cantano “forza Hubei!” mentre marciano verso le barricate alzate dalla polizia del Jiangxi (HK Free Press, 27 marzo). Si presume che le barriere siano state create su ordine dei funzionari locali, in apparente violazione della politica nazionale ufficiale. Le autorità del Jiangxi temevano che un afflusso di persone dall’Hubei potesse diffondere ancora una volta l’infezione. Probabilmente, i governi provinciali non credono a quanto affermato dai leader di Pechino, secondo i quali l’epidemia è stata contenuta nell’Hubei. Gli organi di stampa del Partito comunista hanno sollevato il problema delle discriminazioni subite dagli abitanti della provincia, e del senso di paura che gli altri cinesi nutrono nei loro confronti (China Daily, 30 marzo).
L’incidente del 27 marzo ha fornito un esempio straordinario del tipo di disordini sociali che i funzionari del Partito temevano si potessero verificare dopo lo scoppio della pandemia. I cittadini dell’Hubei sono stati sottoposti a dure condizioni di quarantena, il che ha portato a un costante accumulo di rabbia popolare (China Brief, 1 aprile). Questo incidente potrebbe non essere l’ultimo del suo genere. Al riguardo, il Pcc ha adottato negli ultimi due mesi alcune misure per rafforzare l’indottrinamento politico delle polizie locali, tentando così di garantire che le Forze dell’ordine restino fedeli al regime nel caso in cui scoppiassero disordini che potrebbero minacciare “l’ordine sociale e la stabilità” nel Paese.
L’indottrinamento politico della polizia cinese
Da almeno i primi di febbraio, il governo cinese e le agenzie di stampa statali hanno sottolineato che, nel contesto della crisi pandemica, la polizia deve “mantenere un alto livello di responsabilità politica”: linguaggio sottilmente codificato per dire che le Forze dell’ordine devono essere leali nei confronti del Pcc. Alla polizia è stato inoltre consigliato di “mantenere una posizione politica ferma e un alto livello di uniformità con i vertici del Partito”. Queste esortazioni spesso contengono anche un messaggio: “Non dimenticare il nostro scopo originale; tieni fermamente a mente la missione storica”, uno slogan strettamente associato al segretario generale del Partito, Xi Jinping, sin da quando è stato lanciato lo scorso anno (China Brief, 31 luglio 2019).
Vi sono esempi specifici di questa tendenza, tratti dalla copertura mediatica degli uffici di pubblica sicurezza in tre diverse province del Paese. I temi (e spesso l’uso delle frasi) sono in sostanza coerenti tra questi casi, suggerendo una direzione di livello superiore per una campagna di propaganda volta a rafforzare la lealtà della polizia al Pcc. Gli sforzi di indottrinamento si estendono anche ad aree lontane dall’Hubei. Ciò suggerisce che le autorità del Partito stanno agendo a livello nazionale.
Contea di Xinghe, Mongolia interna
I rapporti sull’Ufficio di pubblica sicurezza nella contea di Xinghe (Mongolia interna) indicano che “nel lavoro di prevenzione delle epidemie la priorità è la missione politica; mantenersi al posto di lavoro, combattere l’infezione, prevenire i pericoli, garantire la sicurezza pubblica e la promozione della stabilità”. Sia la polizia popolare regolare sia quella ausiliaria sono state elogiate per “aver mantenuto un alto senso di responsabilità politica e della missione storica”. Secondo questo resoconto, la polizia di Xinghe era talmente dedita alla sua lealtà nei confronti del Pcc che, oltre alle sue altre responsabilità, “si occupava soprattutto di politica” mentre gestiva i controlli di sicurezza per combattere l’epidemia (Peng Pai News, 2 febbraio).
Zhumadian, provincia di Henan
Un resoconto stampa della provincia di Henan fornisce un’immagine eroica di Guo Yuanzhe, un istruttore politico dell’Ufficio di pubblica sicurezza nella città di Zhumadian. Guo è elogiato come un ufficiale di polizia modello e membro del Partito, instancabile nel suo lavoro per conto del pubblico e assolutamente fedele alla leadership del Pcc. Secondo questo rapporto, una volta scoppiata l’epidemia, Guo “ha risposto energicamente alla chiamata di tenere alta la bandiera del Partito”. A tal fine, egli ha contribuito a organizzare “squadre del Partito” per disinfettare le aree sospettate di contaminazione. Guo ha anche lavorato per ispirare gli altri membri del Pcc tra le forze di polizia, organizzando conferenze per evidenziare che i suoi colleghi “devono mettere in campo le capacità di combattimento del Partito e organizzarsi come un’avanguardia” nella lotta all’epidemia (Henan Xinyu Wang, 30 marzo).
Distretto di Qingyang, città di Chengdu, provincia del Sichuan
Un altro resoconto è fornito dalle autorità del distretto di Qingyang, che comprende Chengdu (Sichuan). Oltre alle richieste standard per la polizia di mostrare un “alto livello di responsabilità politica” e di “rafforzare la coscienza politica”, le Forze dell’ordine sono informate che “la leadership del Partito deve supervisionare le attività di controllo dell’epidemia dall’inizio alla fine. Il lavoro pratico e quello ideologico della polizia dovrebbero essere un tutt’uno, al fine di “combinare il lavoro politico con i compiti di prevenzione e controllo”.
La polizia dovrebbe anche considerare la crisi epidemica come un’opportunità per rafforzare sia le organizzazioni del Partito sia il pensiero politico in tempo di guerra. Le Forze dell’ordine dovrebbero “innalzare la fortezza del Partito per combattere in prima linea contro l’epidemia”, mentre i quadri del Pcc dovrebbero servire da esempio per il popolo. L’epidemia offre anche l’opportunità di costruire l'immagine del Pcc: “La propaganda segue le orme della polizia e le contingenze del campo di battaglia” (governo del distretto di Qingyang, 19 febbraio).
Conclusione
Anche nelle situazioni meno complicate, la “stabilità sociale” è la preoccupazione fondamentale per il Pcc. A parte il suo costo umano, la pandemia ha sconvolto le vite di molte province in Cina, danneggiato gravemente l’economia e creato una crisi di gestione all’interno del Partito. Come prima linea di difesa del Pcc contro i disordini sociali (insieme alla ben più potente polizia paramilitare), le polizia locali sono naturalmente al centro dell’attenzione delle autorità centrali. Poiché sia i cittadini cinesi sia i funzionari del Partito cercano di far fronte alle ricadute della pandemia, è probabile che il regime diventi sempre più insistente nei suoi appelli affinché la polizia mantenga la corretta “posizione politica”.
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