02/04/2020, 10.47
BANGLADESH
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Coronavirus: Khulna, piccoli aiuti per l’esercito di disoccupati (foto)

di Sumon Corraya

La polizia minaccia un elettricista per aver violato la quarantena. I lavoratori a giornata i più colpiti dalla crisi epidemica. Il governo non fa nulla per aiutare le persone rimaste senza lavoro. Studenti cattolici donano pacchi alimentari ai poveri che non possono lavorare per il blocco delle attività economiche.

Khulna (AsiaNews) – “Mi sono avventurato fuori casa in cerca di lavoro; la polizia mi voleva picchiare per aver violato la quarantena per il coronavirus”. È il racconto di Michael Sarker, un elettricista di 45 anni che vive a Khulna, nel sud-est del Bangladesh.

I lavoratori a giornata, e quelli impiegati in piccole attività come Sarker, sono i più colpiti dai divieti imposti dal governo di Dhaka per contenere la diffusione del Covid-19. Al momento, in Bangladesh ci sono 54 casi di infezione e 6 decessi.

Sarker è rimasto senza lavoro dopo la chiusura di tutte le fabbriche a Khulna. Egli prima guadagnava 350 taka (circa 4 euro) al giorno: troppo poco per far fronte ai bisogni della propria famiglia. Nella nuova situazione, è per lui ancora più difficile trovare di che sfamare la moglie e i suoi due figli. “Siamo senza soldi. Se qualcuno dei miei cari si ammalasse, non potrei permettermi un dottore”, Sarker spiega ad AsiaNews. La sua speranza è che le fabbriche locali riaprano presto, così potrà riprendere il proprio lavoro.

Usha Mazumdar, una vedova di 50 anni, si trova nelle stesse condizioni. “La ditta di costruzioni dove lavoro – racconta – ha dovuto chiudere per la quarantena. Guadagnavo 300 taka al giorno [circa 3 euro]. Era poco, ma almeno potevo dare qualcosa da mangiare a mio figlio”. La donna, che per sopravvivere ha dovuto chiedere ai propri vicini un po’ di riso, accusa il governo di non fare nulla per aiutare le persone rimaste senza lavoro.

Come altri uomini e donne di Khulna che non possono lavorare per le restrizioni imposte dalle autorità, Sarker e Mazumdar sono aiutati da un gruppo di studenti cattolici della città. I giovani appartengono al Movimento degli studenti cattolici del Bangladesh, legato alla locale Conferenza dei vescovi cattolici.

Gli aiuti consistono in un pacco alimentare con 5 kg di riso, un chilo di legumi e patate, poi olio, sale e un sapone. “Questa donazione – confessa Sarker – è di grande aiuto per tutti noi. Devo ringraziare la generosità di questi giovani”. Mazumdar dice che il pacco ricevuto dagli studenti aiuterà lei e suo figlio per una settimana.

Oltre agli studenti cattolici di Khulna, hanno contribuito all’acquisto dei pacchi alimentari anche tanti fedeli della locale diocesi. L’obiettivo è quello di raccogliere più fondi e aiutare più persone. “Lavoriamo per migliorare le condizioni di vita nella nostra città. Può essere una raccolta fondi per i più bisognosi, una campagna educativa, oppure un’iniziativa per pulire e riparare le strade cittadine”, spiega Sourov Saha, presidente del movimento studentesco.

Coronavirus aid in Bangladesh
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