Corea del Sud decisa ad inviare militari. Riaprono gli oleodotti
Iyad Allawi: "Tentano di distruggere il nostro paese, ma noi non lo permetteremo"
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) Il Ministro degli esteri della Corea del Sud, Choi Young-jin ha dichiarato oggi che il paese continuerà a mantenersi fermo sulla decisione di inviare 3.000 soldati in Iraq nonostante la minaccia video dei rapitori del sudcoreano, Kim Sun-il. In un video inviato ad un sito web ieri, i sequestratori hanno minacciato di decapitare l'ostaggio.
Choi ha detto che Kim un laureato in arabo, è stato rapito a Falluja lo scorso 17 giugno, il giorno prima che la Corea del Sud annunciasse dove sarebbero state schierate le sue truppe dopo mesi di incertezze dovute a motivi di sicurezza e al dissenso dell'opinione pubblica.
La Yonhap, agenzia stampa sudcoreana, ha fatto sapere che insieme a Kim ci sono altri 10 ostaggi stranieri, tra cui un giornalista europeo e impiegati di "paesi terzi" per l'impresa americana Kellogg Brown & Root.
Kim Chun-ho, capo del Gana General Trading della Corea del Sud, ha detto telefonicamente da Mosul, ad un inviato a Baghdad della Yonhap, che un intermediario irakeno ha avuto modo di vedere gli ostaggi durante un suo colloquio con i rapitori per provare a negoziare sul rilascio del sud coreano.
Oggi, intanto, un rappresentante di una compagnia navale americana ha detto che l'Iraq ha ripreso l'esportazione di greggio al ritmo di 1 milione di barili al giorno utilizzando le strutture a Basra: "il greggio viene caricato sulle petroliere con una media di 42 mila barili all'ora, circa 1,008 milioni barili al giorno", ha detto.
Martedì e mercoledì scorso, gli oleodotti principali sono stati danneggiati in seguito a due attacchi distinti, che hanno fermato le esportazioni. Gli insorti hanno attaccato le condutture per il greggio e altre strutture bersaglio, con l'intento di indebolire il governo ad interim del primo ministro Iyad Allawi prima del passaggio di poteri previsto per il 30 giugno.
Ieri, Allawi ha dichiarato che il governo potrebbe far valere la legge marziale in alcune zone del paese per combattere i terroristi e che intende adottare di nuovo alcuni aspetti dell'ex esercito irakeno.
Il ripristino della sicurezza portata avanti da Allawi vedrà l'ampliamento di tutto l'esercito e la creazione di unità di polizia e paramilitari dedicate al controllo dei ribelli e a combattere la guerriglia. "Stanno tentando di distruggere il nostro paese, ma noi non lo permetteremo".
16/11/2004